Si rischia l’emergenza ambientale, sanitaria e occupazionale. Sono queste le infauste previsioni, alla luce dell’inerzia della pubblica amministrazione nella costituzione delle nuove società di raccolta rifiuti, che hanno spinto all’allarme su diversi fronti.
La questione nasce con l’emanazione delle disposizioni regionali in materia di rimodulazione dei processi di smaltimento e trattamento dei rifiuti, linee direttrici che prevederebbero l’impostazione di un rinnovato ciclo integrato dei rifiuti. Sulla base delle indicazioni prospettate a livello regionale, le Ato siciliane entro il 30 settembre dovranno cessare la loro attività previa avvia dell’apposita procedura di liquidazione delle stesse. A sostituirle nell’espletamento delle funzioni specifiche, apposite S.R.R., società di regolamentazione dei rifiuti che dovrebbero tuttavia essere istituite all’uopo a livello locale.
Circostanza che, nonostante i reiterati avvisi da parte del sindacatio FIADEL, non sarebbe stata opportunamente presa in considerazione, facendo così giungere il Comune in prossimità della scadenza prevista per la fine del mese, del tutto sprovvisto di mezzi idonei ad ottemperare alle espressioni legislative partorite a livello regionale.
In prima linea a combattere la battaglia dell’informazione e del sollecito, proprio il FIADEL che già da tempo mette in guardia su quella che rischia di diventare una catastrofe sotto diversi punti di vista per la nostra città. Mario Scarlata, responsabile del settore Igiene Ambiantale del sindacato, coadiuvato dalla R.S.A. ATO ME 3, ha oggi inoltrato a tutte le autorità preposte al rispetto della direttiva regionale, una nota di sollecito ad adempiere, diffidandole a dare tempestivo corso ai provvedimenti adeguati.
Ausicato da Scarlata che si provveda, in primis, alla costituzione delle S.R.R. Messina – Area Metropolitana e S.R.R. Messina – Provincia. Un monito che porta con sé l’esposizione delle conseguenze che un’ulteriore indifferenza determinerebbe. E, difatti, il FIADEL non esita a prospettare un panorama di denunzie e accertamenti di responsabilità, qualora quest’ultimo sollecito dovesse restare inevaso.
Si aggiunge, peraltro, all’iniziativa di sprone nei confronti delle istituzioni, quella di supervisione e di monitoraggio degli step sinora affrontati dalle stesse. La nota non si limita a esercitare infatti pressioni sugli organi deputati, affinché si facciano carico della questione nei modi e tempi previsti dalla legge, ma si configura anche come formale richiesta di accesso agli atti ed in specie a quelli relativi alla delibera consiliare di approvazione dello statuto e dell’atto costitutivo delle stesse S.R.R., qualora questi siano stati compiuti, nonché ad ogni dato atto a consentire una precisa messa a fuoco delle attività svolte sinora dalla P.A..
Contestuale, peraltro, l’intervento del consigliere del Megafono, Pippo De Leo, che pone l’accento sulla questione, ricalcando le fasi della tabella di marcia prospettata dalla Regione – e sulla quale Messina sembra essere in grave ritardo – ma anche ponendo un’interrogazione volta a far luce sulle intenzioni del Comune in merito.
Nel mirino dei denuncianti anche l’assenza di un intervento sostitutivo da parte dell’Assessorato Regionale che si unisce alle inadempienze dei Presidenti delle Provincie e dei Sindaci dei Comuni sordi pure alla proroga che ha spostato la precedente scadenza (individuata nella data del marzo scorso) di ben sei mesi per consentire un allineamento delle realtà locali a quanto statuito.
I danni non saranno soltanto quelli igienico – ambientali, come il FIADEL si affanna da mesi a puntualizzare. Ci saranno tragiche ricadute occupazionali dovute al mancato trasferimento alle S.R.R. di tutto il personale operante nel settore della gestione rifiuti, ovvero, per conto dell’Ato 3 e di Messinambiente, prossime alla cessazione di attività. Circa 600 persone che insieme alle loro famiglie accuseranno il duro colpo, restando prive di lavoro da un giorno all’altro.
Senza poi contare gli ingenti danni erariali che andranno ulteriormente ad incidere sulla già disastrata condizione finanziaria del Comune. E, infatti, in assenza delle consuete società di raccolta dei rifiuti, l’amministrazione dovrà fare ricorso a società private che imporranno un’impennata dei costi di servizio senza, peraltro, garantire la raccolta differenziata.
L’indiscriminato deposito di spazzatura nelle discariche, a sua volta, determinerà il mancato raggiungimento dei parametri ambientali previsti a garanzia del territorio, causando un considerevole incremento dell’eco-tassa che certo non gioverà a dar sollievo alle borse comunali.
Una concomitanza di ricadute negative che – se non prontamente evitate – aggiungeranno nuovi deficit a una città già vicina al tracollo. (Sara Faraci)