Quella appena trascorsa è stata una mattinata di grandi disagi per i cittadini messinesi che al mattino, durante l’orario di apertura delle scuole e degli uffici, si sono dovuti imbattere nel primo nubifragio autunnale che in pochi minuti ha mandato in tilt lo smaltimento delle acque piovane. Durante il forte temporale delle 08:00 di stamane, in alcune stazioni della zona nord, nel giro di 30 minuti, si sarebbero accumulati ben oltre 50-60 mm di pioggia. Un quantitativo più che sufficiente per determinare l’improvvisa piena di torrenti e piccoli corsi d’acqua, che proprio in queste occasioni, diventano autentiche bombe ad orologeria. Questo è il caso specifico delle fiumare messinesi, le quali presentando dei percorsi brevi ma prevalentemente rettilinei, solitamente non superiori al chilometro di lunghezza, tendono a raccogliere e a canalizzare tutta l’acqua piovana che piomba dagli impluvi delle innumerevoli vallate che cingono la città, innescando rapide ma distruttive ondate di piena, capaci di travolgere ogni oggetto trovato nel loro cammino verso il mare. Quanto successo stamani in molti villaggi collinari della zona nord è l’ennesimo campanello di allarme che mette in evidenza come molte di queste fiumare, dopo anni di completo abbondano, ma anche di incuranza da parte della popolazione che le scambia per discariche, siano arrivate vicine al punto di collasso, non essendo in grado più di sopportare gli ingenti carichi precipitativi autunnali.
Alle volte il materiale di risulta versato sul letto di questi torrenti funge da blocco al naturale deflusso delle acque, favorendo l’esondazione e la rottura degli stessi argini. Ciò capito spesso quando si determina il cosiddetto effetto “tappo” alla foce, indotto dalle mareggiate in azione lungo il litorale (questa situazione capita frequentemente, specie sulla costa messinese in presenza di impetuosi flussi sciroccali dallo Ionio che sollevano un moto ondoso consistente) che fanno da “muro” all’onda di piena che scende dai torrenti, enfatizzando cosi gli allagamenti nei vari quartieri della città. Anche perché oggi ne sono caduti solo 50 mm, una precipitazione intensa, tipica per Settembre. Ma ad Ottobre, appena dal nord-Africa avanzeranno quei complessi sistemi frontali che aspirano ingentissimi quantità di aria calda e molto umida dal mar Libico e dallo Ionio, tramite l’attivazione dei forti venti di scirocco, su Messina ne potrebbero cadere anche più di 100-150 mm nel giro di poche ore, trasformando la città e i suoi sobborghi collinari nel solito pantano di acqua e fango. Per questo è consigliabile che l’attuale amministrazione comunali, di concerto con il Genio Civile, inizi a redigere un piano per la mitigazione del rischio idrogeologico all’interno del territorio comunale, in vista dell’insorgere di questi fenomeni meteorologici estremi, destinati a ripetersi con una maggiore frequenza negli anni avvenire. (Daniele Ingemi)