“All’intero territorio della Città Metropolitana andranno 40 milioni, dei quali al Comune di Messina andranno almeno 18 milioni di euro, possiamo dire che davvero questo è una bella occasione da non perdere per riqualificare le nostre periferie e non solo sotto l’aspetto urbanistico”. Ha ragione l’assessore Sergio De Cola nell’illustrare i particolari dell’avviso pubblico destinato ai soggetti privati che vogliono partecipare con progetti e proposte al bando del Consiglio dei ministri per la riqualificazione delle periferie urbane (vedi articolo in homepage). L’occasione è davvero unica, i tempi sono strettissimi, perché i progetti a Roma dovranno arrivare entro il 29 agosto e l’amministrazione comunale vuol dare la possibilità ad imprenditori, associazioni, cooperative, singoli, società, circoscrizioni, ordini professionali,di partecipare attraverso la presentazione di proposte di riqualificazione che saranno selezionate da una Commissione formata da 3 persone e che sarà nominata nei prossimi giorni.
Come già scritto il bando del Comune scadrà alle 12 del 26 luglio, pertanto chi ha progetti nel cassetto per cambiare il volto di zone dimenticate e disagiate ha l’opportunità di provare a realizzarlo in partecipazione con il pubblico, così come prevede la filosofia del bando nazionale, che infatti assegna ben 25 punti ai progetti in compartecipazione con i privati.
“Il principio fondamentale- ha continuato De Cola in conferenza stampa, presente anche il sindaco Accorinti e l’assessore ai servizi sociali Nina Santisi- è il consumo zero, ovvero l’incentivazione ad insistere sull’esistente senza aumentare i volumi. Noi pensiamo ad una riqualificazione a 360 gradi, nel senso pieno del termine, proprio per questo ho voluto in conferenza stampa l’assessore Santisi, perché questa è l’occasione di cambiare il volto delle periferie sotto tutti gli aspetti. Finora abbiamo avuto interlocuzioni informali con imprenditori e soggetti che vogliono investire, ma il bando darà modo a chi vuole di partecipare concretamente”.
Nei prossimi giorni si scoprirà davvero se gli imprenditori a Messina vogliono investire o se siamo soltanto alle belle parole. L’amministrazione ha già indicato le aree individuate come prioritarie per gli interventi (vedi articolo in homepage) ed ha già quelle che De Cola definisce proposte a mezza cottura, cioè quasi pronte per la progettazione esecutiva. Si va da Fondo Fucile alla zona falcata passando per il Tirone e per i villaggi, nonché per tutte e zone destinate al risanamento.
Dopo la pubblicazione del bando nazionale Rfi attraverso il gruppo Sistemi urbani ha dato piena disponibilità a tutte le Città Metropolitane del Paese ed ha trasmesso la stessa richiesta anche a Messina.
“Devo ringraziare l’assessore De Cola per aver interpretato il bando tenendo conto della sua rilevanza sociale- ha spiegato l’assessore ai servizi sociali Nina Santisi- E’ un diverso modo di approcciarsi al concetto di periferia non inteso solamente sotto il profilo urbanistico, ma sociale, di zone nelle quali si registra assenza di regole, di identità, relazioni. Le periferie sono il luogo dal quale fare partire il cambiamento”.
Dopo il 26 luglio la commissione avrà tempi strettissimi, probabilmente una settimana, per valutare le proposte attraverso una griglia di criteri già individuata (guarda il bando in download), in modo da trasmettere l’elenco a Roma entro il 29 agosto. Nel frattempo anche gli altri Comuni della Città Metropolitana faranno altrettanto per dividersi la somma di 22 milioni.
“La legge 10 del ’90 quella sul risanamento-conclude De Cola- stanziava per Messina 500 miliardi di lire. Ho aggiornato quella cifra con l’euro e ne sono venuti fuori 460 milioni di euro, una somma vicina ai 500 che il governo stanzia per tutte le Città Metropolitane. Resta una considerazione amara: se avessimo usato quelle somme a quest’ora avremmo potuto riqualificare tutta la città. Invece è andata diversamente”.
Messina è riuscita a sprecare, anzi a non usare, una cifra che Renzi sta destinando a tutte le Città Metropolitane e questo la dice lunga sull’incapacità della nostra politica nel voler cambiare davvero le cose.
Guardando avanti non occorre ripetere gli errori del passato. Le proposte, alcune peraltro già ipotizzate dalle circoscrizioni possono essere le più svariate. Tra quelle a “mezza cottura” c’è ad esempio la riqualificazione di Fondo Saccà, la zona del Tirone, il parco di Salice, ma l’elenco può essere lunghissimo. Strade, piazze, ville, campi di calcio, centri, impianti sportivi. Il concetto di riqualificazione sociale è ampio ed include tutto ciò che davvero “crea comunità” e trasforma luoghi in cui “si dorme” in realtà vive, palpitanti, in comunità nel senso pieno, trasforma ghetti e casermoni in quartieri.
Rosaria Brancato