“Non è assolutamente vero che i delfini siano aumentati, non c’è una invasione di delfini alle Eolie”. Non ha dubbi Monica Blasi, responsabile dell’associazione ambientalista Filicudi Wildfire, che smentisce gli allarmi lanciati dai pescatori eoliani. I cetacei ruberebbero il pescato dalle reti, con i conseguenti problemi per chi vive di pesca.
“La verità è che questi animali hanno molta più fame di prima perché gli manca il cibo” – spiega Blasi – “il forte degrado degli habitat marini, dovuto al sovrasfruttamento delle risorse ittiche da parte dei grandi pescherecci commerciali, ha portato negli ultimi anni questi animali a ripiegare sugli attrezzi da pesca, dove trovano risorse alimentari sicure”.
A questo problema, secondo la biologa, si aggiunge una fallimentare normativa sulla pesca che, eliminando l’utilizzo di alcuni attrezzi, ha concentrato l’attività lungo le zone costiere, che ora vedono la competizione molti più pescatori. “Se in passato si fossero rispettate le regole forse ora la normativa non sarebbe così stringente, e il mare darebbe ancora da mangiare a tutti” – insiste Blasi – “il problema però esiste ed è forte sia per i pescatori artigianali, sia per i delfini. Ma questo conflitto l’ha creato l’uomo, ed è l’uomo che deve trovare una soluzione”.
Una di queste potrebbero essere i dissuasori acustici, o pingers; ma non può essere l’unica: “Dal prossimo mese sperimenteremo i dissuasori acustici, che dovrebbero tenere a bada i delfini per un po’; tuttavia, al momento non c’è nessuna evidenza del loro funzionamento. “La vera soluzione è promuovere politiche di sviluppo sostenibile: la chiusura di alcune zone di mare in modo da consentire il ripopolamento ittico; l’istituzione di un’area marina protetta; la progressiva implementazione di uno sviluppo del territorio più sostenibile, che preveda la promozione della pesca artigianale a discapito di pesca commerciale e sportiva, al momento assolutamente fuori controllo, come denunciato dagli stessi pescatori eoliani”.
I delfini non possono però essere considerati un problema, nè dal punto di vista statistico, nè da quello economico. “Sono due le specie sotto accusa: il tursiope, la cui popolazione locale è fortemente minacciata, con un numero di esemplari piuttosto limitat, e la stenella striata, che predilige le acque aperte, sicuramente più abbondante ma non in aumento. Ovunque nel mondo i delfini sono un’attrazione turistica; e noi ci lamentiamo di averne troppi? La questione è ben più e bisogna lavorarci tutti insieme. Perchè il mare è il futuro delle Eolie, e il nostro obiettivo dev’essere gestirlo in ogni suo aspetto, non soltanto nel rapporto delfini-pescatori”.