Tre giorni fa nella zona del “Lanternino”, proprio sotto il Pilone di Torre Faro, è comparso un grande masso di cemento che blocca l’accesso alle auto per impedirne l’assalto fino alla spiaggia. Lo ha posto il Comune in vista del piano di viabilità estivo in vigore da ieri in tutta la zona, con il parcheggio di Torri Morandi che ospita la sosta gratuita, le navette bus Atm che fanno la spola fino al mare e gli stalli blu in tutte le vie principali del villaggio. Un masso che dunque evita che i soliti furbi possano aggirare le regole e trovare abusivamente parcheggio. Ma questa sorpresa ha scatenato non poche polemiche nella zona, a cominciare dai gestori dei lidi. Polemiche che sono rimbalzate fino a Palazzo Zanca, tanto da portare un gruppo di consiglieri comunali e di quartiere a scrivere all’assessore Gaetano Cacciola (GUARDA IL VIDEO).
L’assessore però ha le idee chiarissime: in quella zona bisogna agire con decisione e coerenza, dunque non si torna indietro. «Il masso è una cosa provvisoria, la soluzione definitiva è estendere il muretto che negli anni scorsi è stato rotto per aprire il varco e poter parcheggiare. La decisione è stata presa dalla Capitaneria di Porto e sposata da noi, eravamo rimasti che a differenza di una chiusura mobile come l’anno scorso avremmo trovato una soluzione fissa perché l’esperienza che abbiamo avuto in passato non è stata positiva. Ci abbiamo provato per due anni, ma l’abitudine è difficile da modificare, il cambiamento è un percorso» spiega Cacciola.
Sulle difficoltà che questa soluzione comporterà l’assessore è fiducioso: «I disagi lamentati dai gestori dei lidi possono essere superati facilmente, non credo che tutti i lidi presenti in città abbiano un accesso diretto dalla strada. Basta organizzarsi con altri mezzi e attrezzature. Non credo neanche ci siano ostacoli all’eventuale intervento dei mezzi di soccorso. Basta fermarsi sulla strada e procedere con una lettiga».
Del resto, spiega l’esponente della giunta Accorinti, in questi anni sono stati proprio i gestori delle attività e i residenti della zona a chiedere con forza dei provvedimenti che ristabilissero ordine e vivibilità in tutta l’area. «Metà della bellezza di quel luogo si perdeva proprio per quello scenario di sosta selvaggia».
Francesca Stornante