A due anni di distanza dai fatti, e proprio mentre lo scandalo Tutino raggiunge il climax con l’autosospensione del Governatore Rosario Crocetta, approda a Messina l’inchiesta scaturita da una delle prime denunce che diedero la stura alle inchieste sul chirurgo plastico di Villa Sofia. E cioè il caso del viaggio in elicosoccorso da Messina alla clinica palermitana, nel giugno del 2013, di Antonino Interdonato, vice presidente del consiglio comunale di Messina.
L’indagine avviata dalla Procura di Palermo su quel volo in 118 disposto secondo una urgenza che potrebbe essere dubbia è stata trasmessa alla Procura messinese e ora muove i primi passi. Alla Polizia giudiziaria il compito di verificare se i medici che decretarono quella urgenza subirono o meno “pressioni politiche” volte a utilizzare l’elisoccorso. Pressioni politiche che nel caso di Interdonato sono riferibili a Beppe Picciolo, l’onorevole Dr che, spiegò già a suo tempo: “mi sono solo trovato, insieme ad altri amici, in ospedale quando il giovane è arrivato, in condizioni assai critiche”. Come Tutino, anche Picciolo è medico.
Intedonato arrivò al Policlinico con un brutto trauma cranico e l’osso del naso fratturato e una volta trasferito a Villa Sofia fu operato proprio da Matteo Tutino. Fu il Cimo, il sindacato dei medici, a sollevare il caso, arrivato in Commissione Sanità all’Ars. Picciolo ha respinto l’accusa di aver telefonato al chirurgo o direttamente al Presidente Crocetta.
In effetti ad oggi agli atti dell’inchiesta non ci sono intercettazioni telefoniche. Ma le dichiarazioni dei medici messinesi e palermitani sì. Sarà il sostituto procuratore Antonio Carchietti, alla fine degli accertamenti, a tirare le fila e decidere se archiviare definitivamente il caso o no.
Alessandra Serio