Mentre l’inchiesta sugli assenteisti al Comune fa il suo corso, a Furci Siculo esplode il “caso” politico con la richiesta delle dimissioni del sindaco da parte dei consiglieri di minoranza. Francesco Rigano, Chiara Cocuccio, Francesco Moschella Piero Trimarchi e Sarah Vita sono intervenuti con un documento in merito alle vicende che hanno riguardato i dipendenti esprimendo “solidarietà nei loro confronti per la gogna mediatica scatenatasi, sul presupposto che non possa farsi di tutta l'erba un fascio, consapevoli dell'onestà e della produttività di molti di loro.
Certamente – precisano nella nota – la giustizia farà il suo corso e chi ha sbagliato ne subirà le conseguenze, come è giusto che sia. Ma a doverne rispondere sarà anche il sindaco, Sebastiano Foti e la sua amministrazione, certamente incapaci politicamente di rivestire il proprio ruolo. In primis perché il primo cittadino sta quasi giustificando la sua denuncia sostenendo un'attività ordinatoria fatta di atti di indirizzo e circolari ai più sconosciuta, persino ai suoi capi area, ma soprattutto senza alcuna conseguenza sul piano disciplinare vista l'inesistenza (salvo nostra imprecisione) di procedimenti disciplinari e relative sanzioni applicate negli ultimi 13 anni del suo mandato.
Culpa in vigilando – chiosano gli esponenti di opposizione – a cui dovrà sicuramente rispondere e dare conto ai suoi concittadini anche in considerazione della mole di soldi pubblici impegnati per integrazioni orarie e indennità varie ai suoi dipendenti, oltre alle somme spese per esternalizzare servizi con un organico comunale così corposo. Ed allora questa amministrazione è vittima o carnefice? È esente da colpe oppure è stata la causa di questa aberrante situazione? Certamente dai dati emersi dalle indagini sembra potersi parlare di un organico comunale in autogestione che esautorava di fatto i poteri del sindaco e della sua giunta. Ma se così è stato – concludono i consiglieri di minoranza – ciò dimostra un'assoluta responsabilità politica dell'amministrazione Foti a cui non resta che un'unica via di redenzione: quella di collocarsi anticipatamente a riposo dimettendosi immediatamente prima di far conseguire qualche altro triste primato alla comunità furcese”.