Dalle 9 di questa mattina sono in sit-in davanti il Palazzo del Governo i lavoratori del residence sanitario Il Giardino sui Laghi e quelli dell'ex Clinica Santa RIta guidati dalla Fp Cgil. Tutti vantano innumerevoli stipendi arretrati e condividono l'assoluta incertezza sul futuro. Con loro anche alcune coop. sociali.
Lo scorso 11 febbraio la vertenza dei lavoratori del residence sanitario Il Giardino sui Laghi era finita sul tavolo della Prefettura durante un incontro che aveva riunito la dirigenza della struttura, i vertici dell’Asp 5 e la Funzione Pubblica della Cgil. Al centro della discussione c’era stata l’assoluta necessità di pagare subito almeno una parte degli stipendi arretrati ai lavoratori che aspettano ancora il pagamento di troppe mensilità arretrate. A seconda dei casi c’è chi conta appena due stipendi in ritardo, c’è chi invece ha sulle spalle ben 11 mensilità arretrate più le tredicesime. Da quell’incontro però poco niente è cambiato. Così oggi si torna in Prefettura ma a protestare. Da questa mattina alle 9 i lavoratori del Giardino sui Laghi, insieme alla segreteria della Funzione Pubblica della Cgil Clara Crocè, hanno deciso di protestare in sit-in davanti il Palazzo del Governo per chiedere al Prefetto Trotta un intervento deciso che finalmente possa sbloccare la situazione. Il nodo della vicenda, del resto, è sempre lo stesso. La Eurogestioni Spa, azienda che gestisce la struttura, aveva proposto un piano di rientro che il sindacato aveva bocciato. Piano che prevedeva il pagamento di 80 euro mensili ad ogni singolo lavoratore per i prossimi anni in modo da coprire così le mensilità pregresse. Anche la Prefettura aveva respinto l’ipotesi di una rateizzazione così lunga e che ricadrebbe solo sulle spalle dei lavoratori. All’azienda è stato dunque chiesto un nuovo piano di rientro per il saldo di tutte le mensilità ai dipendenti, ma ad oggi ancora nessuna notizia.
Ma le vertenze che animano il settore della sanità sono tante e così oggi in sit-in, insieme ai lavoratori del Giardino sui Laghi, anche quelli della Clinica Santa Rita che si ritrovano a pagare, loro malgrado, una situazione che sembra paradossale. La Clinica è stata chiusa dall’ex Commissario dell’ASP 5 Poli per presunte carenze igienico sanitarie e per carenza delle risorse per poter garantire l’assistenza, oltre 50 lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione in deroga fino al mese di ottobre del 2012, adesso si ritrovano senza nessun ammortizzatore sociale. La cassa integrazione, infatti, è stata concessa fino al mese di ottobre, in quanto nel frattempo è subentrato il fallimento dell’ATI Hospital, la società che gestiva la struttura.
La protesta servirà anche per riaccendere i riflettori sulla vertenza Teseos e sul futuro della Ssr, la società socio riabilitativa di cui fa parte anche la Teseos. Ma di questo si parlerà più dettagliatamente, sempre in Prefettura, già il prossimo venerdì. Non sono rimasti indifferenti però gli operatori dei servizi sociali, altro settore martoriato e che sta riducendo i suoi lavoratori alla fame. Ieri la segretaria Crocè aveva avvisato: se in giornata non fossero arrivate notizie sugli stipendi, di cui non c’è traccia da settembre, i lavoratori delle coop. Nuova Presenza e Nuove Solidarietà si sarebbero fermati già da questa mattina. Detto fatto. E così anche loro sono in protesta in Prefettura.
Durante il sit-in saranno comunque assicurati i servizi essenziali agli assistiti perché, i lavoratori continuano a ripeterlo, le colpe di cattive amministrazioni e gestioni non devono ricadere sulla pelle dei più deboli. (Francesca Stornante)