La delibera di rimodulazione del Piano di riequilibrio perde la “coincidenza” per Roma

La delibera di rimodulazione del Piano di riequilibrio perde la “coincidenza” per Roma e per il momento resta a Messina. Mancano i pareri delle sei circoscrizioni cittadine ma soprattutto manca il parere del Collegio dei revisori dei conti, che non ha ancora ricevuto dall’amministrazione comunale tutta la documentazione richiesta (vedi correlato). Il termine dei trenta giorni concessi dalla legge per rispondere ai 23 rilievi del Ministero (vedi correlato) scade oggi ma è inevitabilmente destinato a slittare. Il segretario/direttore generale Antonio Le Donne ha comunque rassicurato i consiglieri comunali, spiegando loro che il termine non ha natura perentoria bensì ordinatoria con funzione sollecitatoria.

Il Consiglio comunale, che tornerà a riunirsi in tarda mattinata , non avrà quindi all’ordine del giorno il provvedimento sulla rimodulazione della manovra finanziaria. Il dibattito in Aula potrebbe avvenire già domani ma, per il momento, la presidente Emilia Barrile non ha accolto la richiesta messa per iscritto dall’assessore Sergio De Cola di convocare con procedimento d’urgenza una seduta del Consiglio comunale con all’ordine del giorno il provvedimento da spedire a Roma , in quanto – scrive la massima rappresentante del Civico Consesso- «la proposta risulta carente dei pareri espressi dai presidenti circoscrizionali e dal parere reso dal Collegio dei revisori dei conti».

Intanto, sempre oggi, tornerà a riunirsi in seduta straordinaria la Commissione bilancio, dove è previsto l’ennesimo confronto con il segretario/direttore generale Le Donne ed il ragioniere generale Antonino Cama, i quali -su sollecitazione del vice-presidente Pippo Trischitta -dovranno consegnare ai consiglieri comunali una relazione dettagliata sulle variazioni che la rimodulazione del piano apporta sul fronte dei debiti fuor bilancio e delle entrate previste da Atm e Amam.

Nelle prossime 24 ore l’amministrazione comunale sarà chiamata a fugare i tanti dubbi di buona parte dei consiglieri comunali, non più disposti a concedere “sconti” e a votare atti di natura finanziaria così importanti con l’acqua alla gola. Il gruppo consiliare dei Dr ha già messo le mani avanti, annunciando di non garantire il voto positivo se non ci saranno tutte le condizioni ottimali (vedi sempre correlato). Si dissocia totalmente dal percorso intrapreso dall’amministrazione comunale anche la consigliera appartenente al Gruppo misto ma di area Pd, Antonella Russo, che votò negativamente anche la delibera sul Piano di riequilibrio approvata dal Consiglio comunale il 2 settembre scorso.

Ina una nota, la consigliera elenca quelle che a suo avviso sono le storture della procedura di riequilibrio finanziario intrapresa dal Comune di Messina. Innanzitutto torna a segnalare che è rimasta chiusa in un cassetto la sua delibera, presentata insieme all’altra consigliera Pd Simona Contestabile, con cui si metteva il Comune nelle condizioni di aderire al DL 133/2014 art. 43 (vedi correlato). Rimprovera, inoltre, all’amministrazione comunale di non aver chiarito- come invece espressamente richiesto dal Ministero – quale impatto avrà sul piano di riequilibrio la restituzione dei 14 milioni di euro di anticipazione a valere sul Fondo di rotazione. Sulla scia di quanto scritto anche dai revisori dei conti di palazzo Zanca, la consigliera Russo sostiene che non vi sono certezze sulla revisione de residui e sulla quantificazione dei debiti. Ritiene, inoltre, priva di qualsiasi valore la delibera sugli schemi di transazione approvata dalla giunta, «che se non ottengono l’adesione dei creditori e la loro sottoscrizione non valgono a nulla»; e denuncia ancora che non ci sono risposte esaustive da parte dell’amministrazione in materia di misure di risanamento e di dismissione dei beni dell’ente.

L’esponente del Pd parla di «superficialità dimostrata da questa amministrazione non solo sotto l’aspetto temporale , ma anche nella predisposizione del piano, nella redazione dei chiarimenti, nella predisposizione di tutti gli adempimenti amministrativi necessari per rendere credibile e sostenibile il piano».

Secondo la consigliera Russo la giunta Accorinti «ha fatto sì che la situazione di dissesto, pur se fosse evitabile, adesso non lo è probabilmente più» e per questo deve assumersi e proprie responsabilità dinanzi alla città.

Di fatto, l’esponente del Pd annuncia il suo voto contrario. Diversa la posizione assunta dai colleghi di “partito”. Con una nota congiunta, infatti, i capigruppo di Pd e del gruppo consiliare “Felice per Messina”, Paolo David e Giuseppe Santalco, anticipano l’intenzione di astenersi, «stante un impianto nient’affatto convincente». Udc e Forza Italia non si sbilanciano e attendono di conoscere il parere dei revisori dei conti. La consigliera Ncd Daniela Faranda nutre forti perplessità e si dice orientata a bocciare la delibera. In giornata si conosceranno anche le posizioni di Megafono e SiamoMessina. Appare scontato il no degli ex accorintiani Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, così come altrettanto scontato sarà il voto favorevole delle consigliere di “Cambiamo Messina dal Basso” Lucy Fenech e Ivana Risitano.

Danila La Torre