Volti tirati, apparente serenità, malcelata tranquillità. Il clima a Palazzo Zanca all’indomani della sentenza di Gettonopoli è pesante. Il ritorno in aula per una consueta seduta di consiglio questa volta è stato segnato da una condanna in primo grado che adesso pesa su 17 consiglieri, 16 in realtà perché Paolo David è giù fuori da oltre due anni, e che inevitabilmente creerà strascichi importanti. Il day after però è stato molto soft. Nessun dibattito su quanto accaduto, anzi quasi la necessità di tornare il più presto possibile alla vita d’aula di tutti i giorni. E’ questa la sensazione che si respirava. Forse ancora è troppo presto, quasi nessuno ha smaltito a pieno quanto è accaduto ieri, a caldo commentare è complicato per tutti e adesso in quasi tutti i discorsi che si sono susseguiti oggi ha prevalso la parola “dispiacere”. Per come sono andate le cose, per le conseguenze che inevitabilmente queste condanne avranno sulla vita politica di Palazzo Zanca e sulla serenità di un consiglio comunale che in questi anni è stato devastato e delegittimato da quanto è accaduto. Dei 16 che hanno incassato la condanna per Gettonopoli oggi c’èrano quasi tutti. Erano in aula Andrea Consolo, Angelo Burrascano, Libero Gioveni, Fabrizio Sottile, Nino Carreri, Giovanna Crifò, Carlo Abbate, Benedetto Vaccarino, Pio Amadeo, Santi Sorrenti, Nora Scuderi, Nicola Crisafi. Mancavano Piero Adamo, Carmelina David, Nicola Cucinotta e Daniele Zuccarello. Quasi tutti adesso vogliono prendersi il tempo necessario per smaltire il colpo incassato, ma sono in tanti a continuare a credere che il responso di ieri sera sia stato troppo pesante. Nessuno di loro sarà sospeso perché è caduta l’accusa per abuso d’ufficio che avrebbe fatto scattare la sospensione per la Legge Severino e a caldo sembra che nessuno stia pensando alle dimissioni. Ci dicono che saranno valutazioni personali che ognuno dovrà maturare autonomamente, ma le prime indicazioni sembrano voler dire che non ci saranno grandi stravolgimenti, almeno per chi oggi era presente in aula. Quel che è certo è che da oggi si è aperta una pagina totalmente nuova e sicuramente molto più complicata, sia per l’amministrazione Accorinti che per il consiglio. Da ora in poi la prudenza in aula sarà ai massimi livelli, soprattutto di fronte agli atti più importanti e pesanti dal punto di vista politico e amministrativo. Il pensiero ovviamente corre veloce al bilancio previsionale 2017, esitato pochi giorni fa dalla giunta Accorinti. Quello sarà il vero banco di prova per testare quali saranno i contraccolpi di Gettonopoli. Anche perché, guardando al recente passato, ci sono processi come quello per i bilanci dell’era Buzzanca che adesso rappresentano più che mai un campanello d’allarme importante per chi oggi si ritrova con una condanna in primo grado sulle spalle. Insomma, le incognite sono tante. E quando si prova a chiedere cosa accadrà adesso nessuno ha la risposta. Si aspetterà che passi un po’ di tempo, nel frattempo l’estate e le imminenti campagne elettorali sposteranno un po’ l’attenzione e forse la tensione di oggi andrà scemando.
Quella necessità di apparente calma e tranquillità ha però portato oggi a trattare un altro argomento spinoso: il bilancio 2012 dell’Atm. Argomento che ha inevitabilmente fatto emergere quella prudenza e quell’attenzione rispetto agli atti finanziari che adesso più che mai sarà predominante. Questo provvedimento in pratica sana un decennio di bilanci non approvati e questo, dopo i dubbi che erano emersi nei mesi scorsi in commissione, ha scatenato nuovi interrogativi in aula.
L’ultimo bilancio dell’Azienda trasporti era apparso a Palazzo Zanca nel 2013, quando il consiglio comunale dell’epoca si trovò tra le mani il consuntivo 2012 che però non fu mai approvato. Fu quello l’ultimo documento finanziario dell’azienda di via La Farina a fare la sua apparizione in aula. Lo stesso destino era toccato a tutti i bilanci dal 2004 al 2011. Tutti transitati sotto la lente dei consigli che si sono succeduti nel tempo, nessuno approvato perché erano stati rilevati forti disallineamenti tra i documenti dell’Atm e i bilanci comunali. In pratica in quegli anni una parte delle perdite dell’Atm veniva inserita tra i crediti che il Comune avrebbe dovuto riconoscere. E lì si è bloccato tutto. L’amministrazione Accorinti ha provato a cambiare registro e chiudere i conti con il passato per portare la situazione finanziaria dell’Atm su binari ordinari, per fare ciò però serve che il consiglio comunale approvi tutti i bilanci dal 2012 ad oggi, a scottare però è quello del 2012 che in pratica racchiude tutti i pregressi e porta con sé 11 anni di mancate approvazioni. Il consiglio votando quel bilancio 2012 farebbe un salto temporale di un decennio, ipotesi che ha scatenato non pochi dubbi e perplessità nei consiglieri comunali. A rispondere ai quesiti dei consiglieri l’assessore Gaetano Cacciola, il direttore Daniele De Almagro e il presidente dei Revisori dei Conti dell’Atm Felice Genovese. Hanno spiegato che i bilanci di oggi sanano la vita aziendale, che la procedura è legittima, che sono stati messi i dati pregressi dell'Atm pregressi nel bilancio 2012 per ripartire da quello e aggiornare i bilanci successivi esercizio dopo esercizio e che i bilanci successivi rispettano tutte queste premesse.
I consiglieri però vogliono avere il tempo per approfondire ulteriori passaggi. Il consigliere dei centristi, Franco Mondello, ha chiesto che su questa delibera si esprimano anche i Revisori dei Conti del Comune, per avere una garanzia in più. La proposta è stata votata all’unanimità dall’aula. E dunque si dovrà attendere. Atteggiamenti prudenti ma anche più incalzanti nei confronti di un’amministrazione che non è mai stata tenere con l’aula. I prossimi appuntamenti forse faranno comprendere meglio quali saranno gli equilibri che si andranno a delineare.
Francesca Stornante