Come ha detto Buzzanca quando ha lasciato Palazzo Zanca “Io rilancio”, potrebbe essere questa, a sorpresa, la decisione del deputato regionale uscente del Pdl Nino Beninati, al bivio da tempo verso un passaggio ai moderati di Leontini ed in ultimo tentato dai centristi. Alla fine potrebbe decidere di giocarsi tutte le carte e far la corsa in casa, contro gli ex An che da anni fanno la parte del leone nel partito.
Ieri ha riunito i componenti del suo gruppo, tra assessori e consiglieri di Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni, per sondare gli umori e per prendere una decisione frutto di un’analisi collegiale che guardi non solo ad ottobre, ma molto più in là, fino alle tornate elettorali del prossimo anno.
Non è un mistero che tra i suoi fedelissimi non tutti siano d’accordo sulla strada che porta all’Udc di D’Alia (perplessi ad esempio Nicolosi, Capurro e Sparso), così come la via dei moderati o del Pid (nella lista del Cantiere popolare) non è affatto detto che possa portare indenni al ritorno all’Ars.
Gli uomini del Pdl sanno bene che non potranno portare a casa gli stessi numeri e deputati del 2008 (quando approdarono in 4, Formica, Buzzanca, Beninati, Corona) che qualche ferito resterà sul campo, ma proprio per questo la presenza degli ex An rischia di diventare “indigesta” ed ingombrante a quanti hanno messo i primi mattoni dell’allora Forza Italia, compreso Beninati che infatti sbarcò per la prima volta all’Ars nel ‘96 con gli azzurri.
Gli ex forzisti probabilmente non hanno preso bene il fatto che Buzzanca alla fine abbia deciso di candidarsi, lasciando il Comune a un commissario e di fatto restringendo gli spazi per le poltrone di Palermo. E non serve da consolazione né il fatto che, come da lui dichiarato, se dovesse vincere Musumeci, non gli dispiacerebbe affatto un posto da assessore, né che l’anno prossimo, potrebbe tentare la strada verso Roma, liberando quindi la poltrona palermitana. Altro elemento da tenere in considerazione è la “gestione” del partito da parte degli ex An, che ha incontrato non pochi malumori nelle anime ex forziste.
Insomma, questa potrebbe essere l’occasione per “contarsi” sul campo e per riequilibrare le forze anche in vista delle prossime amministrative e delle scelte sui nomi da candidare. “Se abbiamo i numeri possiamo giocarcela”, è questo il senso di una corsa che potrebbe essere più in casa che fuori.
Beninati ha già incontrato Alfano e nelle prossime ore avrà ulteriori incontri con i vertici del partito in vista di una decisione che non tarderà ad arrivare. L’ipotesi di una candidatura con i moderati, insieme al Pid nel Cantiere Popolare, sta perdendo quota e non dà alcuna garanzia di rielezione.
Lottare nel Pdl stretti tra due corazzate come Buzzanca e Formica può invece essere la sfida per riaffermare i numeri e la presenza degli ex Forza Italia, anche per mettere i futuri cappelli là dove servirà. Per Beninati sarebbe la quinta legislatura (nel corso di questi anni è stato 3 volte assessore, l’ultima nella prima fase del governo Lombardo, quella della luna di miele tra Mpa e Pdl-Udc), i rischi ci sono tutti, ma probabilmente, il rischio più grande, secondo quanto emerso dalle discussioni interne, è quello di lasciare gran parte delle redini del partito di Messina agli ex An, fatto questo che a molti non va giù. Forse molti pensavano, e speravano, che Buzzanca puntasse ad un secondo mandato al Comune o ad uno scranno in Parlamento e non hanno gradito la mossa delle dimissioni. Leggendo tra le righe del comunicato dell’ex assessore Corvaja (che appunto fa parte del gruppo Beninati), si vede chiaramente il disappunto per l’abbandono anticipato del Comune a lavori ancora in corso e nient’affatto conclusi e anche per il comportamento dei vertici locali del Pdl, poco inclini al confronto ed alla collegialità.
Insomma, tanto basta perché il deputato uscente Nino Beninati stia pensando di dire, esattamente come Buzzanca venerdì scorso: “Io rilancio”e gioco in casa. Resto nel Pdl e me la gioco.Niente Leontini, niente D’Alia. I conti si faranno a fine ottobre.
Rosaria Brancato