Promosso dal Comitato Jonico Beni Comuni, giorno 20 dicembre si è svolto all’Antica Filanda di Roccalumera un incontro pubblico sulla gestione dei rifiuti ed in particolare della frazione organica, l’umido.
Hanno relazionato: Salvuccio Irrera, presidente del Comitato, Danilo Pulvirenti, presidente Rifiuti Zero Sicilia, Beniamino Ginatempo, presidente Rifiuti Zero Messina, ed Alessandra Passini del progetto “compostaggio collettivo”. Molti, infine, sono stati gli interventi del pubblico.
Si è evidenziata l’importanza di separare l’umido in casa con l’impianto più tecnologico ed efficiente a nostra disposizione: le mani ed il cervello. Senza questa preliminare separazione del 35-40% del “rifiuto”, la raccolta differenziata è destinata al fallimento.
Molti piani di raccolta dei vari Aro, nella fase iniziale, prevedono di raccogliere l’umido insieme al secco: la separazione avverrebbe nelle discariche. I costi sarebbero, quindi, elevati, senza benefici ambientali: il Comitato ritiene questa una scelta sciagurata.
“Non esiste un unico modo di trattare l’umido: la scelta ottimale dipende dalle peculiarità dei vari Comuni, dalle caratteristiche dei territori, dalla viabilità per raggiungere i centri di compostaggio. Già da oggi i Comuni potrebbero incentivare il compostaggio domestico, distribuendo gratuitamente le compostiere domestiche, conseguendo immediatamente un risparmio economico e ambientale (ad esempio distribuire le compostiere domestiche inutilizzate da parte dell’AtoME4)”.
Un’altra forma di risparmio si ricava attraverso la pratica del compostaggio collettivo che si affianca a quello domestico. In molti comuni collinari, con ampi spazi a disposizione, le Amministrazioni, tenuto conto delle esigue quantità, possono risolvere il problema con piccoli centri di compostaggio “a cumulo”, risparmiando trasporto e conferimento. Invece nella fascia costiera, i comuni, eventualmente consorziandosi ed usufruendo della migliore viabilità, possono conferire ogni 2/3 giorni l’umido nei centri di compostaggio esistenti. Ancora meglio se i comuni trovano un accordo per realizzare un impianto di compostaggio più vicino al nostro comprensorio o se Messina optasse per un impianto di bio-digestione anaerobica cui ci si potrebbe associare con il risultato di recuperare materia ed energia, pertanto un tale impianto dall’umido trarrebbe un profitto.
“Vogliamo chiarire il perché siamo contrari alla raccolta di secco ed umido con separazione in discarica – conclude il Comitato -. Ci viene obiettato che anche così si separa l’umido, che viene anche trattato biostabilizzandolo. È da sapere, però, che il terriccio (compost) così ottenuto non può, per legge, essere usato in agricoltura, anche perché potrebbe contenere metalli pesanti ed altre “porcherie”! La strada è tracciata, ampie sono le possibilità di scelta, solo una non funziona: è quella che stanno per scegliere i vari Aro!? Speriamo di no! Occorre, però, la massima attenzione dei cittadini, che poi sono quelli che pagano il 100% del servizio”.