ROCCALUMERA – Numerosi attestati di solidarietà sono giunti ai fratelli Sergio e Carlo Mastroeni, fondatori del Parco Letterario “Salvatore Quasimodo” di Roccalumera, dopo il grave raid vandalico che ha provocato danni per migliaia di euro nella struttura.
“È superfluo sottolineare l’indignazione che ha pervaso tutti i cittadini della riviera jonica alla notizia dell’assurdo attacco perpetrato ai danni del Parco”, ha evidenziato in una nota la presidente dell’Osservatorio Beni Culturali dell’Unione dei Comuni Valli Joniche, Ninuccia Foti.
“L’offesa arrecata ai fratelli Carlo e Sergio Mastroeni, ineguagliabili artefici di un progetto che da oltre un ventennio fa conoscere nel mondo il rapporto tra Quasimodo e la nostra terra – ha evidenziato la presidente Foti – è un’offesa arrecata a Roccalumera, alla Sicilia, all’Italia, alla cultura internazionale. Nonostante tutto, però, a fronte dell’azione scellerata e inconsulta di un uomo che, come direbbe Quasimodo, è ancora “quello della pietra e della fionda”, esiste anche una comunità, la nostra, che pone alle basi della propria cultura e del proprio agire la solidarietà, la condivisione, il rispetto; una comunità che vive ancora tra “vicoli” e “reti di sole”, tra “l’azzurro di un pezzo di cielo” e l’odore dei “gelsomini d’Arabia”; una comunità che non può e non vuole fare a meno della sua “Terra Impareggiabile”.
Anche la Cisl Messina ha espresso la «condanna decisa» del vile atto vandalico subìto dal Parco Letterario Quasimodo di Roccalumera. «Siamo vicini, come Cisl, ai fondatori del Parco, gli avvocati Sergio e Carlo Mastroeni – sottolinea il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi – nella consapevolezza che un atto di balordi non può e non deve cancellare il patrimonio culturale, di documenti e cimeli appartenuti a Salvatore Quasimodo».
Il raid vandalico risale alla notte tra domenica e lunedì. Dopo aver danneggiato e sfondato con una mazza i vetri blindati della struttura, ignoti hanno messo a soqquadro l’interno, svuotando gli estintori e cercando anche di appiccare un incendio. Tentativo, per fortuna, non riuscito. “Qualcuno odia la cultura – ha scritto su Facebook Carlo Mastroeni, postando la foto di un libro bruciato – i libri gli servono per tentare di innescare un incendio. Il contenuto non importa… rischierebbe di colmare ignoranza e inutilità umana”.