Ci sono luoghi in cui molti anziani, purtroppo non assistibili a domicilio e che richiedono trattamenti continuativi, sono “costretti” a scrivere amari capitoli di sofferenza o addirittura le loro ultime pagine, quelle più cupe e tristi, del libro della vita. Si tratta delle cosiddette Rsa.
Le Residenze Sanitarie Assistenziali sono strutture di accoglienza, insomma, in cui tante persone ormai avanti con gli anni si ritrovano a dover affrontare dolori, ansie e spesso rassegnazione. Talvolta anche un’amara solitudine… lontani dalle famiglie. Dai loro affetti.
Presidi, questi, che operando in convenzione con l’Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 per quanto concerne Messina, hanno come finalità quella di garantire, per il Servizio Sanitario Nazionale, ovviamente per quanto possibile, il massimo recupero o sollievo fisico-riabilitativo del paziente “over 65” affetto da patologie cronico-degenerative stabilizzate o invalidanti di vario tipo: il più delle volte si tratta di lungodegenti non più autosufficienti.
L’accesso nelle Rsa è vincolato al parere favorevole dell’Asp attraverso le Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM) istituite presso il Distretto sanitario di competenza.
Le Rsa si distinguono pertanto, per i loro compiti precipui, da ospedali, case di cura e di riposo. Siti particolarmente “delicati” e “dedicati”, quindi, in cui operano in sinergia un direttore sanitario responsabile, altri medici, fisioterapisti, psicologi, infermieri e personale dedito all’igiene e alla cura dei pazienti e dei locali, specializzati nel far fronte a casi particolarmente complessi. A questi si affianca il settore amministrativo. Tutti protagonisti, ognuno per le proprie competenze, nel far funzionare, con grande senso del dovere e rigore, ma anche con un indispensabile contributo di “amore verso il prossimo”, una macchina sanitaria riservata a soggetti “fragili” e che non può quindi permettersi “intoppi”.
A Messina, in particolare, operano la “Eurogestioni SpA”, titolare di due apprezzati presidi, entrambi denominati “Il giardino sui laghi”: uno localizzato a Ganzirri nella zona nord della città, l’altro a Itala Marina, nella zona sud; quindi la Rsa “Don Orione” (40 posti-letto più altri 40 per il Centro Socio-riabilitativo residenziale per disabili gravi, gestiti dalla società “Faro 85”) sul centralissimo viale San Martino e la “Opus-Residential” (40 posti) nell’altrettanto centrale via Palermo; e poi, solo per restare tra le strutture più note e relativamente più vicine alla città, “Villa Angela” (40 letti) a Galati Marina e “Aquasalus” (34) a Venetico. Esistono Rsa anche in altri comuni della nostra provincia.
Su tutte, come è noto, ha competenza l’Azienda Sanitaria Provinciale peloritana e su tutte, ovviamente, vengono eseguiti con una certa frequenza accurati controlli, da parte delle autorità preposte, sotto i più svariati aspetti (igienico-sanitario, alimentare, terapeutico e amministrativo), a garanzia della qualità e della regolarità dell’assistenza. Siamo certi, a tal proposito, che le strutture messinesi siano dotate di personale di ottimo livello professionale e molto sensibile al rapporto con gli anziani, come abbiamo avuto modo di constatare personalmente durante uno screening eseguito, ad esempio, nei due centri curati dalla “Eurogestioni SpA”. Proprio questa società, attiva da circa 15 anni, tra l’altro, è l’unica sull’intero territorio provinciale a riservare 40 posti a pazienti affetti dal Morbo di Alzheimer, oltre i 20 garantiti sia a Ganzirri che a Itala Marina per altre patologie. Per conto di questa società, un’ottantina di operatori forniscono un’assistenza qualificata per ventiquattro ore al giorno. Prerogativa, questa, anche delle altre Rsa locali. Ne siamo certi.
Ma, a fare sorgere qualche piccolo dubbio sul “sistema Rsa” nel suo complesso, a Messina, è invece, a nostro avviso, la modalità di “gestione” dei posti-letto di cui ogni Residenza Sanitaria Assistenziale “deve” poter disporre in base alle varie convenzioni sottoscritte.
All’Asp, infatti, non sembra sia stato attivato un centro unico di coordinamento, un “polo” di ricezione e smistamento delle richieste per le varie strutture; quindi, ad occuparsi di reperire un posto libero per i loro cari, rivolgendosi alle Rsa territoriali, sono sempre e in modo diretto i parenti del paziente da ricoverare, chiamati a contattarle personalmente. Ma, così facendo, i ricoveri sono totalmente e giocoforza lasciati al libero “arbitrio” o meglio alla “discrezionalità” dei dirigenti (o altri personaggi a ciò delegati) dei vari presidi. Per cui, senza il “controllo” di un organismo centrale di riferimento (leggi competente ufficio dell’Asp) potrebbe anche accadere che qualche messinese più “sfortunato”, per un motivo o per un altro, magari non potendo contare su “Santi in Paradiso”, non trovi sistemazione, ad esempio, in una struttura ubicata in centro città. Dove pare che i posti-letto siano molto “ambiti”, se è vero che è tanto difficile reperirne qualcuno prontamente disponibile… soprattutto se determinate patologie richiedono impegni particolarmente gravosi per il personale operante. E così, degenti e loro parenti sono spesso costretti a spostarsi lontano da casa. Come se già non bastassero le “pene” da affrontare…
C’è comunque chi, con tanta buona volontà “suppletiva” e grande umanità “vera”, provvede a farsi carico anche di qualche “anomalia” in fase ricettiva.
Chiediamo pertanto all’Asp, per evitare poco auspicabili ma possibili problemi e disparità di trattamenti, di vigilare attentamente sull’intero ciclo organizzativo del “sistema” Rsa, attraverso l’istituzione di un Centro specifico che sovrintenda conduzioni e “management” decentrati nelle sue “ramificazioni” sanitarie; fermo restando, comunque, l’ottimo servizio sanitario-assistenziale offerto complessivamente ai cittadini da parte delle Residenze della provincia di Messina.
Per quanto riguarda gli “aspetti tariffari” delle Rsa, l’Assessorato Regionale alla Salute ha decretato – tra l’altro – che venga “riconosciuta una retta giornaliera determinata in euro 111,80 comprensiva di tutte le prestazioni socio-sanitarie e riabilitative erogate dalla struttura. La retta va corrisposta con onere a totale carico del Ssr per i ricoveri della durata massima di 60 giorni e per l’intera durata dei ricoveri di persone con malattia di Alzheimer, maggiorata della quota di euro 56,46. Dal 61° giorno ed entro il 12° mese viene riconosciuta una retta di euro 106,20 (111,80 meno il 5%). Ai sensi di quanto previsto dal DPCM 14 febbraio 2001, il 50% della retta giornaliera come sopra determinata dovrà essere posta a carico del Ssr e il restante 50% del costo complessivo a carico del Comune di residenza dell’assistito, fatta salva l’eventuale compartecipazione di quest’ultimo in relazione alla propria capacità contributiva. Ciò premesso, nell’ambito dell’istruttoria per l’accesso del paziente nella struttura residenziale, l’Ufficio dell’Asp competente per la riscossione della quota di compartecipazione posta a carico del Comune e/o dell’assistito deve attenersi a quanto di seguito disciplinato: i soggetti che percepiscono la sola pensione sociale o hanno solo redditi di pari importo sono esonerati dalla quota di compartecipazione e la stessa rimane a totale carico del Comune; i soggetti invalidi civili beneficiari di assegno di accompagnamento sono tenuti alla sola corresponsione dell’assegno medesimo mentre la restante parte della quota di compartecipazione dell’assistito rimane a totale carico del Comune; in tutti gli altri casi, il 50% del costo complessivo sarà a carico del Comune, fatta salva l’eventuale compartecipazione dell’assistito, in relazione alla propria capacità contributiva, al netto della quota di reddito pari alla pensione sociale”.
Cesare Giorgianni