Ci hanno insegnato che, per essere delle brave persone, dobbiamo essere disponibili verso gli altri.
Verso quasi tutti. Praticamente sempre.
Angela accompagna sempre i figli in piscina con l’auto, che in bici è lontana e si affaticano, stira le camice di suo marito che -poverino!- da solo non è capace, porta l’auto di sua madre dal meccanico, dato che lei non se ne intende.
Le hanno insegnato ad onorare la famiglia, soprattutto durante le feste, quindi giù a cucinare per venti persone, quindici delle quali non vede mai durante l’anno e farebbe volentieri a meno di vedere anche a Natale. Ma è una brava persona, non può non invitarli, né rifiutare di passare il capodanno a casa loro.
Angela aiuta chiunque le chieda aiuto, ascolta e conforta tutti gli amici che si confidano con lei. Ma pure i conoscenti. Pure gli sconosciuti.
Arriva spesso in ritardo a lavoro perché la vicina di casa sente la necessità di ragguagliarla dettagliatamente sui risultati delle sue ultime analisi del sangue.
Un’estate ha rinunciato alle sue vacanze per aiutare un’amica di sua cugina a tinteggiare casa.
Da un anno non ha più un week end libero perché segue un corso di pittura che altrimenti la sua migliore amica, da sola, non avrebbe mai frequentato, pur amando la pittura sopra ogni cosa.
Angela fa tutto questo col sorriso sulle labbra, altrimenti gli altri penserebbero che lo fa controvoglia.
Le fa molto piacere la gratitudine che riceve in cambio, i sorrisi, gli abbracci di riconoscenza. La fa stare bene sapere che qualcuno grazie a lei ha un problema in meno.
Però, c’è un però: in tutto questo, Angela fatica a trovare tempo per sé, per i suoi bisogni, per il suo riposo. Per i suoi desideri.
Angela ama i suoi amici e la sua famiglia, ma inizia a sentirsi stanca. Ogni nuova richiesta le pesa sempre più, la irrita. Persino le incombenze quotidiane iniziano a pesarle.
Continua a fare tutto come sempre, con la stessa disponibilità di sempre, ma è sempre più spenta e ogni giorno un po’ più rancorosa.
Cosa sta succedendo nella sua mente? Angela è sovraccarica. E’ stanca e, in più, si sente ignorata, data per scontata. E’ scontato, di fatti, per le persone a lei vicine, che lei dica sempre sì.
A Pasqua la zia della sua estetista le chiede aiuto con le pulizie di primavera e lei la aiuta. Come potrebbe rifiutarsi?
A Pasquetta suo marito le propone una fuga romantica e lei, furibonda, si oltraggia per l’invito, urlandogli in faccia che non può pretendere questo da lei. Lei è stanca!
Angela, finalmente, per la prima volta in vita sua, ha detto una parolina magica. Ha detto NO.
Avrebbe dovuto dirlo prima: alla famiglia a Natale, all’amica di sua cugina, alla zia della sua estetista, alla sua migliore amica, alla figlia della nipote del postino. Avrebbe dovuto dirlo ogni volta che sentiva di avere troppa poca voglia ed energia da dare agli altri.
Avrebbe dovuto dirlo ogni volta che avrebbe voluto del tempo per sé, per ricaricare le batterie e ripartire più energica di prima.
Avrebbe dovuto dirlo ad altre persone, in altre occasioni ma, poiché non lo ha fatto, il no è venuto fuori a sproposito, con rancore e rabbia, con la persona sbagliata, nell’occasione meno opportuna.
Angela ha imparato a sue spese che tutti abbiamo il diritto di dire no. Che non dobbiamo sentirci in colpa per i nostri no, perché ci proteggono, ci aiutano a coltivare le nostre passioni e non quelle altrui, ci permettono di dare a noi l’attenzione e le cure che meritiamo.
I no ci permettono di non esaurire le nostre energie, ma di dedicarle alle persone ed alle attività che davvero sono per noi importanti.
Tutti diciamo “no, basta!” prima o poi. Sta a noi scegliere quando dirlo. Sta a noi dire no al momento opportuno per evitare che venga fuori a sproposito, magari proprio nel momento in cui invece vorremmo dire sì.
“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni o consulenze telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.