Carissimi lettori,
chiedendovi scusa per l’assenza più lunga del previsto, sono felice di annunciarvi che Psicologica riprende, da oggi, ogni martedì.
Questo week end si è tenuto a Reggio Calabria un workshop sul disturbo borderline di personalità, ovvero il disturbo che vede come suo nucleo patologico una cronica disregolazione delle emozioni che, non efficacemente gestite, sfociano in condotte a rischio che minano il benessere fisico, psicologico e sociale della persona. Il workshop è stato organizzato dalla SIDBT (Società Italiana Dialectical Behavior Therapy) e dalla SPC (Scuola di Psicoterapia Cognitiva) di Roma, in collaborazione con l’associazione Ecopoiesis, centro di eccellenza di psicoterapia individuale e familiare, nonché sede reggina della SPC (ricordo agli aspiranti futuri psicoterapeuti che sono aperte le iscrizioni ai colloqui di selezione per l’anno didattico 2014: affrettatevi, se non volete perdere una preziosa occasione).
Perché la Scuola di Psicoterapia Cognitiva sposa la causa della Società Italiana di Dialectical Behavior Therapy? Perché entrambi basano la cura della sofferenza psicologica sullo stesso solido approccio scientifico che anima la migliore ricerca internazionale e assicura crescenti standard di qualità per le terapie proposte. Questo è ciò che fa della psicologia una scienza. Questo è il motivo per cui dobbiamo essere fieri di avere sul nostro territorio una scuola di formazione in psicoterapia di tale levatura.
Chi sono i pazienti affetti da disturbo borderline di personalità e cosa dice la DBT su di loro? I pazienti borderline, fino a poco tempo fa, sono stati spesso trattati ingiustamente, venendo marchiati come “difficili”, quasi incurabili, tacciati di essere manipolativi, violenti, egoisti, di vivere ai margini della società. Oggi sappiamo invece che viene fatta diagnosi di disturbo borderline di personalità anche a persone che hanno un buon funzionamento sociale, sappiamo che è l’estrema sensibilità e disponibilità verso gli altri, e non l’egoismo, il tratto distintivo (http://www.apc.it/disturbi-psicologici/personalita-borderline-cluster-b). Sappiamo, soprattutto, che il problema di disregolazione emotiva che sta alla base del disturbo è curabile. Grazie al progresso degli studi e delle terapie dedicate, oggi non è più una condanna a vita, né uno stigma morale, ricevere questa diagnosi.
La Dialectical Behavior Therapy è una terapia che si basa sulla teoria (ampiamente corroborata dai dati di ricerca) che tutte le emozioni possono essere gestite in maniera efficace, anche quelle “troppo intense” che conducono la persona che le vive a compiere gesti pericolosi ed apparentemente incomprensibili nel tentativo di renderle più tollerabili. Sono gestibili, a patto di acquisire le necessarie abilità per farlo. La DBT propone programmi standardizzati di acquisizione di tali abilità. Evidenze scientifiche la indicano come la terapia più efficace per il trattamento del disturbo borderline di personalità. Essa propone inoltre efficaci protocolli, confortati da rigorosi studi di efficacia, per il trattamento dei disturbi alimentari (emotional eating) e delle dipendenze da sostanze.
Cosa vuol dire vivere una vita da “borderline”? Vuol dire avere una sensibilità molto accentuata e poche competenze per modularla, vivere “senza pelle tra le fiamme dell’inferno”, sentirsi sbagliati, difettati, non degni di amore, al punto tale da punirsi per questo. Vuol dire percepire la vita come vuota e priva di senso. Ma vuol dire anche avere grande sensibilità, generosità ed energia che, se incanalate nel modo più utile, possono portare a concretizzare l’obiettivo più importante: condurre una vita “degna di essere vissuta”. Grazie al progredire del sapere psicologico, oggi, questo è più che mai possibile.
“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana di via Ugo Bassi, 145, Messina. Per informazioni telefonare al: 345.2238168.
Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.