“Mi rivolgo a voi, compagni di Alessandra: amate la vita anche quanto è difficile.” L’omelia di Monsignor Guglielmo Giombanco e gli applausi all’uscita dei due feretri sono state le uniche “voci” udite ai funerali di Mariolina e Alessandra, madre e figlia trovate impiccate a Santo Stefano di Camastra.
La comunità stefanese ha detto loro addio ieri pomeriggio, nella chiesa centrale, in un silenzio irreale e composto, sotto un sole accecante, avvolto nell’afa e nello sgomento che l’omicidio-suicidio ha suscitato.
Il vescovo di Patti ha celebrato messa insieme a padre Calogero Calanni, usando parole di conforto nei confronti di papà Maurizio, di tutta la famiglia Nigrelli- Mollica ma soprattutto di esortazione nei confronti dei giovani, dei compagni di Alessandra. In tanti si sono stretti intorno a loro, dentro e fuori la chiesa, mentre ad accompagnare le due donne alla sepoltura, in cimitero, c’era soltanto la famiglia.
Intanto la Procura di Patti continua a lavorare per chiarire tutti gli aspetti della tragedia. Il medico legale Patrizia Napoli ha effettuato mercoledì scorso all’obitorio del Policlinico di Messina l’autopsia sul corpo di entrambe, che ha confermato la morte per soffocamento, mentre si dovrà attendere qualche giorno per l’esito degli esami tossicologici, esami voluti dal procuratore capo Angelo Cavallo e dal sostituto Andrea Apollonio per capire in particolare se Alessandra è stata stordita con i tranquillanti dalla mamma, così come si sospetta visto che sul tavolo sono stati trovati diversi farmaci.
Al vaglio anche la lettera d’addio di Mariolina ritrovata nello stesso casolare teatro dell’impiccagione: probabile una perizia calligrafica per stabilire senza ombra di dubbio che sia stata effettivamente la donna a redigerla.
Foto di Matteo Arrigo