Politica

S. Teresa. Lombardo espulsa dalla minoranza: “E’ una infiltrata”. “In moto la macchina del fango”

S. TERESA – Botta e risposta tra il capogruppo di minoranza al Comune di S. Teresa, Nino Bartolotta e l’ormai ex componente dello stesso gruppo, Martina Lombardo. Quest’ultima è stata espulsa dalla minoranza poiché ritenuta “una infiltrata”. Accusa rispedita al mittente. “Sebbene nella vita bisogna tenere conto della possibilità di incorrere in situazioni spiacevoli – spiega Martina Lombardo a Tempostretto – non mi sarei mai aspettata di dover subire, soprattutto nelle mie condizioni attuali, un’accusa cosi’ ingiusta e calunniosa da parte di una persona parecchio colta, che avrebbe dovuto rappresentare per me un esempio da seguire.

“Rapporti incrinati da subito”

I nostri rapporti si sono fin da subito incrinati – aggiunge – a causa del modus operandi di Nino Bartolotta il quale, rimasto sorpreso della mia elezione, ha sempre cercato di tenermi in disparte, mettendo perfino in dubbio il fortissimo sostegno della mia famiglia e dei miei amici. Sono stata privata della libertà di esprimere la mia opinione secondo gli ideali che più mi rappresentano, con Io specifico intento di scoraggiarmi nel proseguire l’esercizio del mio mandato elettorale. Sono una giovane convinta che il bene comune sia il principio ‘imprescindibile da ricollocare al centro della vita politica, ma purtroppo nel gruppo di minoranza il principio cardine è quello di mettere in moto, in maniera assolutamente indiscriminata, la macchina del fango, orchestrando abilmente notizie false o mal interpretate, con l’unico fine di attaccare sul profilo personale chi cerca di portare avanti le proprie idee, probabilmente dimenticando che dietro il ruolo politico c’è un essere umano. Io mi professo cristiana, pertanto non sono disposta a mettere a repentaglio le relazioni umane a causa delle ideologie politiche, ed è oltrettutto inconcepibile che mi venga severamente imposto da un’altra persona”.

“Non distruggo legami di amicizia”

Lombardo va poi indietro nel tempo. “Nel 2022 – rimarca – mi sono candidata per cooperare nella costruzione di qualcosa di buono per la collettività, e non di certo per distruggere legami di amicizia, fare la gara nel massacrarci a vicenda attraverso figure retoriche della letteratura epica utilizzate a scopo puramente manipolatorio, o addirittura per reinventarmi nelle vesti di un agente 007! Ci meravigliamo così tanto per ciò che accade nel mondo e poi siamo capaci di farci inutili guerre nella nostra piccola comunità? Per ottenere che cosa? La divisione? Il pubblico disprezzo?

“Sì alla critica costruttiva”

Optiamo piuttosto per una critica costruttiva orientata a portare dei buoni frutti nell’interesse del paese. Sono stata molto paziente prima di rilasciare questa dichiarazione, proprio per evitare di agire d’impulso   e dare adito ad ulteriori incomprensioni”. Maretina Lombardo proseguirà il suo mandato consiliare, anche se in un contesto diverso. “Dimettermi? Perché mai? Io – ribatte in modo perentorio – sono in pace con tutti e sono propensa a negoziare e ad impegnarmi nei rapporti con tutti i consiglieri, anche con la presunta medaglia di cartone! Se ci sono componenti del mio gruppo che nutrono sentimenti di insofferenza, si ritengano pure liberi di prendere le loro decisioni. Io resto dove sono. Non dimentichiamoci che tutto ciò che avviene in consiglio è disciplinato dal regolamento del consiglio comunale, che qualcuno farebbe meglio ad analizzare con cura prima di rilasciare dichiarazioni assurde o a dir poco fantasiose, in barba alle normative vigenti.

“Questo modo di operare rende la politica ridicola”

Questo modo di operare serve soltanto ad inscenare spettacoli sui social, a mettere in ridicolo l’attività politica, frantumandone in briciole la credibilità, con la naturale conseguenza di alimentare l’astensionismo e la bassa affluenza alle urne, cosa che ritengo davvero molto poco seria. Il nostro ruolo – conclude la consigliera comunale – è quello di dare risposte alle esigenze dei cittadini, facendo molta attenzione nel non  confonderli con pericolosi giochi di parole che, se utilizzati senza alcuna cautela, finiscono per diventare vere e proprie armi che fomentano l’odio sociale”.