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S. Teresa, Viaggio in zona rossa: controlli agli ingressi nord e sud del paese. E tante polemiche…

S. TERESA DI RIVA – Il nostro viaggio nella zona rossa di S. Teresa di Riva inizia alle 10, 15. Non c’è il deserto. Il silenzio surreale del lockdown dello scorso anno. Non c’è voglia di richiudersi in casa con 22 gradi di temperatura che nel contesto di una giornata di sole fanno respirare aria d’estate a pieni polmoni. E qualcuno coglie l’occasione per il primo bagno della stagione. Ti accorgi subito che il paese è zona rossa per i due posti di blocco della Polizia locale (coadiuvata dai membri dell’Associazione carabinieri in congedo) all’ingresso nord e sud del paese. All’interno sono previsti controlli dinamici ad opera di Polizia, carabinieri e Polizia metropolitana. E’ l’ora

delle Messe. La gente si reca al Santuario della Madonna del Carmelo a Bucalo, nella chiesa di Porto Salvo dove sono in programma le comunioni e nella parrocchia della S. Famiglia. I tre principali luoghi di culto della cittadina jonica. In tanti non rinunciano alla “camminata” domenicale o alla corsetta sul lungomare. I titolari di bar e ristoranti sbottano: “Mentre nel resto della Sicilia si va verso il giallo qui siamo arrivati al rosso, peggioriamo. Non ci voleva proprio. Questo rischia di essere un colpo di grazia”. Diversi ristoratori avevano dato appuntamento ai clienti per ripartire in sicurezza da domani, lunedì, giorno in cui si allentano le restrizioni anche nella nostra regione. Ed invece hanno dovuto annunciare che tutto è rinviato dopo il 26 maggio. “Il danno – è il coro unanime – è enorme. Siamo allo stremo e con la zona rossa perdiamo un altro mese di lavoro”. Il rosso stride con il blu della bandiera conferita per la quinta volta dalla Fee nei giorni scorsi. La rabbia in paese è palpabile. “Si getta la croce addosso alla gente, ma è troppo semplice – ripetono in tanti – ed affermare ciò, dopo i tanti sacrifici fatti, fa davvero male. La maggior parte dei cittadini ha osservato le regole anti covid. E adesso si scarica tutto addosso a chi? Ai cittadini. Ma se siamo stati irresponsabili – ci dicono gli interlocutori – perché nessuno ha sanzionato nessuno e non sono stati fatti i controlli adeguati dove andavano fatti? Dove si notavano eventuali assembramenti?”. La polemica si alimenta da giorni, dal venerdì nero (14 maggio) in cui si è registrata una impennata di positivi: 16 in più in un solo giorno. Adesso i casi sono 61. Su poco meno di 10mila abitanti. Le piazze del paese sono tutte transennate. Da domani in tutte le scuole non ci saranno lezioni in presenza. “Ma ci rendiamo conto – chiosa una mamma – che i nostri figli chiudono con l’ultimo mese in dad? Nelle scuole i controlli sono stati serrati, sono stati fatti screening in continuazione e la situazione controllabile. I controlli sono mancati altrove…”. Anche il municipio rimarrà chiuso in seguito a cinque casi di positività che riguardano altrettanti dipendenti. Per l’intera mattinata il vicesindaco Domenico Trimarchi e l’assessore alla Salute Gianmarco Lombardo fanno la spola da una parte all’altra del paese. Ma controllare un paese come S. Teresa non è semplice. Anche perché è un paese di “passaggio”. Il sindaco, Danilo Lo Giudice, in tarda mattinata, dalla sua pagina fb, annuncia che “saranno presidiati quotidianamente gli ingressi del paese zona nord e sud dalla Polizia locale”. Invita tutti a “rispettare le regole e ne verremo fuori. Al contempo – conclude – l’unico rimedio fondamentale per sconfiggere il covid sono i vaccini per cui, come sta avvenendo, invito la comunità a vaccinarsi. Solo così potremmo ripartire in assoluta sicurezza”. Cala così il sipario sulla prima mattina di S. Teresa di Riva in zona rossa. Molto diversa da quella dei paesi vicini. A Furci e Roccalumera, neo bandiera blu, la spiaggia è stata già presa d’assalto dai bagnanti e si è pronti a ripartire. Tinti di giallo. (Carmelo Caspanello)