Tutti rinviati a giudizio, l’ex deputato regionale Cateno De Luca e gli altri 17 indagati nell’inchiesta sul sacco edilizio di Fiumedinisi. Così ha deciso il gup Massimiliano Micali dopo tre ore e mezzo di camera di consiglio. De Luca, da due mesi sindaco di S.Teresa di Riva e da pochi giorni deputato regionale dimissionario, dovrà comparire il prossimo 24 ottobre davanti ai giudici della seconda sezione penale per rispondere di abuso d’ufficio, tentata concussione e falso. Una vicenda per la quale il leader del movimento “Sicilia Vera, nel giugno dell’anno scorso era stato arrestato su provvedimento del gip Daria Orlando richiesto
dal procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e dal sostituto Liliana Todaro. Il rinvio a giudizio ha raggiunto anche il fratello del deputato regionale, Tindaro, il funzionario del Comune di Fiumedinisi, Pietro D’Anna e il presidente della Commissione edilizia, Benedetto Parisi, anche loro arrestati dagli uomini della sezione di PG della Polizia Municipale. A giudizio vanno anche l’ex componente della giunta comunale di Fiumedinisi Pietro Bertino, il vice sindaco Grazia Rasconà, l’ex l’assessore Paolo Crocé. Ci sono poi componenti della commissione edilizia comunale Renzo Briguglio, Angelo Caminiti, Roberto Favosi, Fabio Nicita, Francesco Carmelo Oliva e il sindaco di Alì Carmelo Satta, coinvolto nella vicenda giudiziaria quale presidente del Cda della Fenapi, la struttura d’assistenza creata dall’on. De Luca. L’inchiesta riguarda vicende risalenti al periodo compreso tra il 2004 e il 2010. A seguito di un esposto la Procura iniziò ad indagare su un programma di opere di riqualificazione urbanistica e incentivazione dell’occupazione. Ma quasi tutti gli interventi eseguiti miravano a favorire De Luca e i suoi familiari. Al centro delle indagini della Polizia Municipali i lavori per la costruzione di un albergo con annesso centro benessere della società “Dioniso srl”, l’edificazione di 16 villette da parte della coop “Mabel”, e la realizzazione di muri di contenimento del torrente Fiumedinisi. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero agevolato l’ex sindaco De Luca, mediante l’approvazione della variante al Prg, per la realizzazione dell’albergo di contrada Vecchio con i finanziamenti per la messa in sicurezza del torrente e del “Contratto di Quartiere II”. Venerdì scorso il gip Daria Orlando aveva revocato il divieto di dimora a Fiumedinisi che era stato imposto all’on De Luca, al fratello Tindaro, al funzionario dell’Ufficio tecnico Pietro D’Anna ed al presidente della Commissione edilizia Benedetto Parisi