Claudio Rendina è un giornalista e uno storico che ha scritto davvero molto circa la Chiesa e le sue zone d’ombra. Se molti hanno cercato di strappare uno scorcio di verità circa gli ambienti ecclesiastici, Rendina ha fatto molto di più divenendo un autore da best-seller grazie a ben trent’anni di ricerche, tanto che oggi risulta persona non gradita nei palazzi del Vaticano e nell’Archivio Segreto: «i miei scritti sono testimonianza di verità, che solo l’Opus Dei ha tentato di screditare». Del resto oltre agli importanti dati di vendita, che possono anche essere interpretati, Rendina negli anni si è guadagnato il rispetto dei Vaticanisti «per aver detto ciò che loro non potevano rendere pubblico». 101 misteri e segreti del Vaticano che non ti hanno mai raccontato e che la Chiesa non vorrebbe farti conoscere (edito da Newton Compton; pp. 384; € 12,90) è molto più di una semplice successione di fatti poco noti – come i confini fuorilegge del Vaticano, la profezia del 2026 o l’intestario del c.c. n°1 dello IOR – perché in questo libro Rendina si fa carico di dare risposta a molti quesiti che ciascun fedele si può essere posto almeno una volta nella propria vita.
Ovviamente il fiuto di giornalista spinge Rendina a compiere quel passo in più trattando temi assai scomodi come i “falsi santi”, il mercimonio ecclesiastico, i casi di pedofilia e il tentativo di quantificare l’immenso patrimonio del Vaticano. Un libro onesto e per questo assai scomodo.
Tempostretto.it ha intervistato Claudio Rendina.
Il lusso legato alla Chiesa è un evidente controsenso con i dettami originari eppure lo sfoggio di sfarzo piuttosto che diminuire, aumenta in modo incontrollabile con una attenzione minuziosa ai dettagli, dagli occhiali alle scarpe. Secondo lei è un atteggiamento che denota disprezzo verso la massa o è piuttosto metafora di una convinzione di manifesta superiorità?
«Ritengo sia valida la seconda ipotesi, con la quale si può fare riferimento anche al corredo liturgico delle funzioni religiose, scintillanti di decorazioni, alle mitrie e ai calici dorati, elementi che non hanno alcun rapporto con il vestiario di Gesù o il calice dell’ultima Cena; e queste sono osservazioni fatte anche da san Francesco, che lanciava messaggi invitanti alla povertà e alla semplicità, e non solo nel vestiario, ma anche nella parola. Perché l’abbigliamento sontuoso si tramuta nel linguaggio usato, che non è all’insegna della semplicità, anche nel tono della voce mellifluo e in qualche modo ricercato; perché pochi papi e pochi sacerdoti usano un linguaggio semplice e quotidiano. Come è stato nel caso di Giovanni XXIII».
101 misteri sono davvero un numero impressionante. Quanto tempo le è occorso per documentarsi?
«La documentazione dei miei libri è frutto di una ricerca trentennale che ho potuto svolgere all’interno della Biblioteca Vaticana, dei palazzi del Vaticano e dell’Archivio segreto e, finché non è venuto per me un divieto come “persona non gradita” negli ultimi due ambienti, proprio perché i miei scritti sono testimonianza di verità, che solo l’Opus Dei ha tentato di screditare, senza peraltro saper opporre un’altra verità a quella da me detta. Nonostante questo handicap la documentazione si è venuta incrementando quotidianamente grazie a mia moglie, Maria Beatrice Sirolesi, che mi assiste nella ricerca, come segnalo sempre nei miei libri. E devo dire che mi hanno fatto molto piacere le parole di alcuni Vaticanisti accreditati dalla Santa Sede, che mi hanno elogiato per il coraggio delle mie testimonianze, dichiarando che loro sono impossibilitati a dire certe cose, perché perderebbero l’accredito in Vaticano con l’accesso alla Sala Stampa come vaticanisti ufficiali dei vari giornali».
Università, santuari, cliniche, alberghi, residence e un immenso patrimonio immobiliare. Perché un italiano non dovrebbe indignarsi per le esenzioni fiscali concesse alla Chiesa? Del resto i Comuni Italiani lamentano un ammanco di entrate di quasi 700 milioni di euro proprio in un periodo in cui le casse languono. Perché, a suo avviso, nonostante la Chiesa possegga un patrimonio impossibile da stimare, lo Stato italiano continua a non esigere ciò che gli spetterebbe?
«La motivazione è di carattere politico, perché tutti i governi, di destra o sinistra, non si sono mai posti il problema, avendo sempre la necessità di ottenere l’appoggio della Chiesa nelle elezioni politiche o amministrative che siano. Che l’esenzione Ici verrà meno per una decisione europea è significativo, sempre che poi non ci si riesca ad inventare un’altra clausola di fuga dal pagamento; il non pagamento delle bollette Acea e Ama sono significative a questo proposito. E il discorso è molto ampio, investendo anche l’8 per mille che va alla Chiesa in ogni caso, anche se il contribuente indica che vada ad altri, nonché il denaro che arriva alle scuole private della Santa Sede».
L’ha stupita il fatto che il Papa possegga il c.c. n°1 dello IOR? A cosa gli dovrebbe servire e a quanto dovrebbero ammontare le sue entrate annue?
«Non posso rispondere altro che riferendomi ad uno dei 101 segreti che ho scritto nel libro e che è riferito a “I soldi del papa”. Prima di tutto il papa ha un “fondo spese” per provvedere alle necessità quotidiane di vita, ai viaggi e a qualsiasi esigenza automaticamente appagata, e poi prende uno stipendio come qualsiasi capo di Stato, che possiamo accreditare nell’ordine di 17.000 euro mensili per un totale di 218.407 euro annuali, calcolando anche la tredicesima! E non c’è da meravigliarsi che presso lo IOR il papa abbia un conto corrente, il numero 1, come l’hanno avuto tutti i papi da quando esiste lo IOR, e con tanto di libretto di assegni, anche se per la firma c’è una delega, e gli interessi, che sono del 12%, a fronte dell’1,30% di spese. Vengono calcolati a marzo di ogni anno, ma gli ultimi dati acquisibili sono però relativi a Giovanni Paolo II e in lire: il 1992 con 60,7 miliardi, il 1993 con 72,5 miliardi, il 1994 con 75 miliardi e il 1995 con 78,3 miliardi. Vanno considerate anche le entrate di cui Benedetto XVI dispone dalla sua Elemosineria Apostolica e i contributi che le diocesi di tutto il mondo sono tenute a versare a Sua Santità, a norma del canone 1271 del codice di diritto canonico, oltre a quanto inviano le congregazioni religiose e le fondazioni. L’ultimo dato acquisito risale al 2007, secondo un rapporto riservato trasmesso dal Vaticano alle diocesi, in base al quale questi contributi sono ammontati a 29,5 milioni di dollari. E poi ci sono i diritti d’autore dei suoi libri, con tanto di agenzia che se ne occupa, e i cui dati sono in gran parte top secret, ma ovviamente si tratta di milioni di dollari. Stando così le cose è veramente impossibile quantificare il denaro del papa, e comunque togliamoci dalla testa che abbiamo a che fare con un papa francescano.
Ma di questi 101 misteri, qual è quello che l’ha maggiormente stupita?
«Il primo. Quello relativo ai confini del Vaticano, che sono fuori legge. Nei trattati del 1929 fu stabilita una linea di confine lunga 3 chilometri e 500 metri che corresse nel tessuto urbano di Roma, per il 70% genericamente costituito dalle mura vaticane e per il 30% stabilito ex novo nel tessuto urbano italiano. Era una definizione non chiara, nonostante una piantina allegata ai trattati. Il problema fu pertanto riesaminato da una Commissine Tecnica italo-vaticana e si definì una nuova linea di confine con relativi mappe, ma la documentazione di tali confini non è stata mai ratificata né dal governo italiano né da quello vaticano, e solo per un tacito accordo si sono mantenuti i confini stabiliti nel 1929, con le ambiguità relative al tracciato del 30%, che si dovette creare ex novo. Con tutte le illegalità conseguenti. Così nella zona adiacente all’attuale Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede, tra altri edifici e a fronte delle proprietà vaticane sul Gianicolo, si ebbe una tortuosità della linea di confine, alla quale si pensò di ovviare con l’erezione di un cancello, che in linea retta collega la fine del colonnato con il Collegio Teutonico, ma che non corrisponde al confine effettivo, risultante più arretrato. La situazione peggiorò quando nel 1966 fu abbattuto un Museo Petriano e venne costruita l’Aula Paolo VI, che ha finito per essere collocata per tre quarti in territorio italiano, restando in quello vaticano la parte finale dove è il trono papale. In particolare Piazza San Pietro è territorio vaticano aperto al pubblico, ma fino alla scalinata è sotto la giurisdizione delle autorità italiane, ovvero ne è affidato l’ordine pubblico alla polizia italiana. Il colonnato è del Vaticano ma il confine con l’Italia corre lungo la linea esterna, per cui le due colonne degli avancorpi rivolti alla piazza Pio XII si trovano in territorio italiano.
Infine vorrei chiederle: incombe il fatidico 2012 ma pochi sanno che nel 2026 dovrebbe compiersi un’altra profezia. Di cosa si tratta?
«Nel 1555 Nostradamus, pseudonimo dell’astrologo e farmacista Michel de Notre-Dame (1503-66), pubblica a Parigi le sue profezie in quartine in rima, raccolte in gruppi di cento, dal titolo Centuries et Prophéties, sulle quali gli studiosi hanno ricavato, con una certa convinzione il tempo preciso dell’inizio delle guerre dell’Anticristo: il 1999 e 7 mesi. Là dove per “guerre” si intendono gli scontri, ovvero i contrasti ideologici in seno alla religione cristiana, che si sono in effetti verificati con la condanna da parte della Congregazione del Sant’Uffizio. Questi dureranno 27 anni, secondo Nostradamus, portando alla fine del papato e alla distruzione di Roma, ovvero alla fine della Chiesa di Roma, nel 2026.
A fronte di Nostradamus ci sono le profezie del monaco cistercense e vescovo irlandese Malachia, vissuto tra il 1094 e il 1148, che ha fatto le sue previsioni dal 1143 alla fine di Roma e del mondo. Sono indicate con un motto in riferimento all’operato del papa, e gli ultimi cinque pontefici sono indicati con i numeri da 107 a 111. 107. Pastor et nauta. Giovanni XXIII (261°): <<Pastore enavigante>> per rievocare il patriarcato di Venezia che questo papa ricoprì e i viaggi da lui compiuti. 108. Flos florum. Paolo VI (262°): <<Il fiore dei fiori>>, in riferimento ai tre fiori presenti nello stemma del papa. 109. De medietate lunae. Giovanni Paolo I (263°): <<Nel mezzo di una luna>> allude alla durata del pontificato, che fu di soli 33 giorni, poco più di un mese lunare. 110. De labore solis. Giovanni Paolo II (264°): <<Il lavoro del sole>> da collegare all’infaticabile attività svolta da questo papa con i viaggi in tutto il mondo. 111. Gloria olivae. Benedetto XVI (265°): <<Gloria dell’olivo>> che dovrebbe far riferimento ad una augurabile pace universale all’insegna dell’olivo della terra Santa.
A Benedetto XVI fa seguito la profezia relativa all’ultimo papa che siederà sul trono pontificio, indicato con il numero 112. In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanius, qui pascet oves in multis tribulationibus, quibus transactis septicolis diruentur et judex tremendus judicabit populum suum. Amen. <<Nella persecuzione finale della Chiesa di Roma sul trono pontificio siederà Pietro Romano, che pascolerà le sue pecore tra molte tribolazioni, passate le quali la città dei sette colli sarà distrutta e un giudice treendo giudicherà il suo popolo. Così sia.>>. Questa profezia indica il 266° papa, ovvero l’ultimo, nella persona di un Pietro II, con una sorta di persecuzione della Chiesa cattolica; vi è inoltre vaticinata la distruzione di Roma e la parusìa, cioè il ritorno di Gesù Cristo nel Giudizio Universale. Dovrebbe avvenire a 442 anni dalla <<metà del segno>> profetico verificatosi nel 1585; sommandoli ai 1584 fino ad allora trascorsi, si arriva alla data fatidica del 2026, in coincidenza con l’anno profetizzato da Nostradamus.
Claudio Rendina. Scrittore, poeta, storiografo e romanista, ha legato il suo nome a opere storiche di successo, tra le quali, per la Newton Compton, La grande guida dei monumenti di Roma; I papi. Storia e segreti; Il Vaticano. Storia e segreti; Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Roma; Storia insolita di Roma; Le grandi famiglie di Roma; Storie della città di Roma; Alla scoperta di Roma; Gli ordini cavallereschi; Le chiese di Roma; Roma giorno per giorno; La vita segreta dei papi; La santa casta della Chiesa; I peccati del Vaticano; L'oro del Vaticano; Cardinali e cortigiane e 101 misteri e segreti del Vaticano che non ti hanno mai raccontato e che la Chiesa non vorrebbe farti conoscere. Ha diretto la rivista «Roma ieri, oggi, domani» e ha curato La grande enciclopedia di Roma. Ha scritto il libro storico-fotografico Gerusalemme città della pace, pubblicato in quattro lingue. Attualmente firma per «la Repubblica» articoli di storia, arte e folclore e collabora a diverse riviste di carattere storico.