“Libera i miei nemici”: la violenza e la giovinezza

Qual è il segreto?”, qual è il segreto che voleva svelare un vecchio ad un bambino? Forse il segreto sta nel fatto che non vi è proprio nessun segreto: solo risarcimenti per le sofferenze, no, nemmeno risarcimenti, ma grandi rimpianti per ciò che si è perso. La giovinezza è andata perduta, scegliendo la violenza rispetto ad un pacifico dibattito. È ciò che è rimasto degli anni di piombo, venti anni dopo.

Lucia (Mariapia Rizzo) ha bruciato la sua giovinezza, è rinchiusa in carcere da 18 anni, in massima sicurezza; Lorenzo (Domenico Cucinotta) legge il suo libro autobiografico, o meglio, è Lucia che ce lo legge, legge il suo passato di violenza: le lotte contro una polizia fascista e gli scontri armati con i gruppi avversi, la clandestinità, le rapine, gli omicidi.

Lorenzo tiene un corso di italiano nel carcere femminile, e tiene particolarmente alla presenza di Lucia. I primi incontri sono difficili, lui è timido ed arrossisce facilmente, lei invece si scherma, chiusa nel proprio esoscheletro costruito dalla diffidenza.

Si muove sullo sfondo una figura astratta, Francesca (Renata Falcone), solare e disinvolta, che coinvolge emotivamente Lorenzo sin dal primo incontro, avvenuto durante una riunione politica, alla quale lei non si interessa gran ché.

Ogni domenica Lorenzo fa visita a Lucia; in tanti anni di lavoro in carcere non gli era mai capitato di avere una simile relazione. Lucia, insieme ai suoi capelli, scioglie la sua corazza, si apre a Lorenzo, condividendo i suoi ricordi di giovinezza. Ma lui non la ascolta, ci sono altri ricordi che affiorano fin troppo vividi alla sua mente. Una giornata al mare, divisa fra due donne, fra il presente e il passato. I vivi e i morti.

I terrorismo degli anni di piombo è stata una guerra non dichiarata di giovani che si sono dati anima e corpo alla politica. Giovani disperati, morti inutili, completamente inutili, “non risarcibili”. È di fronte ai morti che le scelte prese in giovinezza ci dicono chi siamo, o chi avremmo potuto essere. C’è il corpo ferito di una donna, sanguinante e morente, per terra, e le mani insanguinate le hanno sia chi ha sparato, sia chi non ha scelto la violenza.

Il regista Basilio Musolino ha adattato il romanzo di Rocco Carbone, “Libera i miei nemici”, portandolo in scena, alla Sala Laudamo, con Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo del Teatro dei Naviganti e Renata Falcone, e la scenografia e luci di Aldo Zucco. Il tema trattato non è facile, ma la drammaturgia è efficace, e la presenza scenica degli attori, specialmente di Domenico Cucinotta, che vive il palco con grande naturalezza, è impeccabile. Le differenze recitative tra la coppia del Teatro dei Naviganti e Renata Falcone si percepiscono, ma probabilmente, i dubbi riguardanti la figura di Francesca -astratta in quanto ricordo, ma anche per le emozioni dello spettatore- sono spiegabili attraverso la scelta drammaturgica di inserire l’elemento cinematografico dei flashback.

Lavinia Consolato