Docente di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, Giovanni Greco terrà un laboratorio teatrale “Focus Sul Verso” nell’ambito del progetto “Laudamo in Città” ideato e diretto da Angelo Campolo e Annibale Pavone promosso ed organizzato dalla compagnia Daf – Teatro dell’Esatta Fantasia di Giuseppe Ministeri. Gli incontri si svolgeranno al foyer del 2° piano del Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 24 febbraio al 7 marzo.
La partecipazione è aperta a tutti coloro che, dai 18 anni in su, vogliono mettersi in gioco in un percorso didattico diretto da un esperto conoscitore della recitazione in versi. Per partecipare occorre inviare una mail a laudamo@associazionedaf.it entro il 20 febbraio, con i propri dati e il curriculum. Saranno due settimane di full immersion nei versi più e meno noti della poesia italiana, nella loro apparente difficoltà e distanza, ma anche nella loro evidente, potente capacità comunicativa ed evocativa. Al lavoro su endecasillabi, settenari, quinari, su sonetti, canzoni e madrigali in compagnia di Cavalcanti, Angiolieri, Dante, Tasso, Leopardi, Pascoli, Montale, Sanguineti e Zanzotto. L’obiettivo sarà quello di riconoscere il ritmo, la scansione, la pulsazione naturale e insieme sofisticata del verso e dei versi, dai più strutturati ai più liberi, per restituirli nella forma più adeguata: cioè con la possibilità per un attore di dire consapevolmente e rigorosamente dei versi senza che questo vada a scapito dell'emozione e del coinvolgimento suo e degli spettatori/ascoltatori.
A partire da questo primo livello il passaggio successivo sarà quello di confrontarsi con alcune scene di teatro in versi da Goldoni a Pasolini, realizzando quel salto fondamentale dalla performance pura che la poesia richiede all'attore che interpreta dei versi senza sovrastrutture psicologistiche, all'approccio con un testo teatrale in versi nel quale sono inevitabilmente presenti personaggi, scene, situazioni drammatiche che necessitano di un'analisi e di una contestualizzazione differente e ulteriore che non nega la forma del verso nella quale tanto teatro è stato espresso, ma che la usa a conferma e a rinforzo dell'interpretazione complessiva del personaggio, delle scene, dell'intera opera teatrale in versi nel suo complesso.