Si parla di scommesse in sala stampa, perché erano state sospese le puntate sul pareggio e pareggio è stato. Il mister Raffaele Di Napoli si dice “scocciato e disgustato” sull’argomento, prima di addentrarsi nell’analisi tecnica della gara. “Volevo la vittoria – dice – ma sono comunque soddisfatto perché la squadra ha giocato in modo logico, senza mai buttare la palla. Poi è normale che, una volta andati in svantaggio, abbiamo concesso qualche ripartenza. Mi spiace aver preso gol su situazioni che avevamo studiato in settimana ma abbiamo avuto diverse palle gol ed è stato bravo Marruocco. Con un pizzico di fortuna alla fine potevamo anche vincere, con l’occasione capitata sui piedi di Barilaro. Eravamo in emergenza e ho preferito schierare De Vito da centrale al posto di un giovane, perché loro in attacco sono molto forti. I ragazzi hanno messo in campo un grande spirito di sacrificio, dovremo lavorare per migliorare e spero di poterlo fare con l’entusiasmo che loro stessi mi hanno trasmesso”.
E’ rammaricato per essere stato raggiunto due volte, soprattutto per l’autogol del 2-2, Gianluca Grassadonia, fino allo scorso anno sulla panchina dei peloritani: “Abbiamo buttato al vento la vittoria ma fa parte del gioco – afferma -, Acampora ha solo 17 anni, la nostra è una squadra giovane. Il Messina è una buona squadra, in alcuni momenti ci ha messo alle corde e noi abbiamo commesso alcune ingenuità di troppo, come in occasione del rigore poi sbagliato. Abbiamo giocato la partita come sempre, dispiace non averla chiusa”.
Dopo aver commentato la gara, Grassadonia torna con la mente all’esperienza peloritana. “Sono due stagioni che mi resteranno dentro e mi hanno fatto crescere. Purtroppo se non c’è una società alle spalle non ci sono allenatore o giocatori che tengano: il primo anno ha avuto il grande merito di aver preso giocatori importanti a gennaio; l’anno scorso è stato drammatico, qualsiasi allenatore avrebbe fatto fatica, anche se il gruppo, nonostante grandissimi limiti, ha dato tutto. Mi prendo le mie responsabilità ma le condivido con tutti, così come i miei successi. Non ero un eroe un primo anno e non sono stato un coglione il secondo, mi auguro un giorno di tornare in questa splendida piazza”.
(Marco Ipsale)