La Variante al Prg non può essere esitata dalla Commissione consiliare se prima non vengono valutate correttamente le questioni relative alla sua sostenibilità economica e le conseguenze che ci saranno nei bilanci per i prossimi anni.
A sostenerlo in una nota approfondita è la capogruppo di Fratelli d’Italia Elvira Amata che ricorda al presidente di Commissione Maurizio Rella come la “salvacolline” in questo momento si limita a recepire quanto previsto dal Piano ZPS, il Piano per l’Assetto Idrogeologico e lo studio dell’ENEA per i profili geologici declassando urbanisticamente una grandissima quantità di aree (da edificabili a verde).
La Amata fa un passo indietro riportando quanto affermato dal dirigente del Dipartimento urbanistica Vincenzo Schiera, il 2 agosto su Tempostretto: “ La Variante ha il merito di eliminare un grande potenziale edificatorio (2,5 milioni di metri cubi) nelle zone: a rischio idrogeologico, a pericolo frana e a compromissione delle Zone di Protezione Speciale in particolare sul sito "Q" dove sono concentrati i maggiori interessi dei palazzinari e degli speculatori. Le volumetrie cassate da tali terreni interessati dal declassamento, su richiesta dei privati interessati, vengono congelate nella banca del volume appositamente creata; sarà quindi il successivo piano regolatore che accoglierà nelle aree ex Zir e Zis tali volumi, proponendo un nuovo disegno urbano. Tale grande estensione di aree interessate dal declassamento urbanistico sono peraltro ufficialmente note, atteso che il comune ha avviato il procedimento già nel 2015 – con avviso pubblico sul proprio sito istituzionale, ancora oggi riscontrabile mediante la pubblicazione degli elenchi di tutti i terreni interessati, riportando i dati catastali ed i nominativi dei proprietari”.
Secondo Elvira Amata è a questo punto necessario valutare l’impatto che la Variante al Prg (con il trasferimento dei volumi dalle colline alle zone ex Zir e Zis e con l’eliminazione dei volumi) avrà sotto il profilo economico sia per i bilanci che per il Piano di riequilibrio, ad esempio con la conseguente ed immediata riduzione delle entrate relative all’IMU.
“E’ opportuno ricordare infatti che il rilascio del permessi di costruire è subordinato al pagamento di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione- scrive la Amata– I terreni edificabili sono inoltre assoggettati al pagamento dell’IMU, e, a differenza del passato, il bilancio comunale si fonda sempre di più sulla tassazione immobiliare, e quindi sull’IMU delle aree edificabili”.
La consigliera comunale ricorda come anche la stessa giunta nella delibera del 14 febbraio evidenzi le conseguenze sul bilancio: “Dal provvedimento potrebbero derivare effetti diretti sul bilancio comunale in quanto comporterebbe una riduzione sulle entrate comunali (tributi locali, IMU aree edificabili) e, pertanto, sullo stesso è stato acquisito il parere contabile, sottoscritto dal Ragioniere Generale. Il parere è favorevole nella intesa che il Dipartimento Tributi proceda a quantificare le minori entrate, le cui risultanze dovranno essere comunicate al Dipartimento per le attività connesse alla formazione del Bilancio di Previsione 2017/2019”.
Elvira Amata si chiede quindi, visto che la delibera è di febbraio, se in questi mesi sia stata quantificata l’eventuale riduzione di entrate e se quindi sia stata verificata la sostenibilità economica della Variante.
Calcoli alla mano la capogruppo di Fratelli d’Italia, tenendo in considerazione le mancate entrate per i contributi sui permessi per costruire (oneri concessori) “negli anni il mancato incasso potrebbe ammontare realisticamente anche a decine di milioni di euro. Quanto al pagamento del’IMU, i proprietari, che ad oggi versano un contributo in percentuale al valore patrimoniale, in futuro non pagheranno tale tassazione. Ne consegue che il valore patrimoniale delle aree edificabili da declassare è stimabile in € 250.000.000 Utilizzando il software on line disponibile nella pagina web del comune, collegandosi link http://www.riscotel.it/calcoloiuc2015/?comune=F158, si deduce un mancato incasso annuo di € 2.650.000”
La Amata conclude quindi evidenziando come la Variante non sia più soltanto uno strumento amministrativo che disciplina l’uso del suolo ma uno strumento di programmazione economica, in quanto le sue scelte, incidono per lunghi periodi (mediamente un ventennio) sul futuro della città. “Non può quindi essere votata in quanto potrebbe avere ripercussioni insostenibili sia per il bilancio annuale che per il piano di riequilibrio pluriennale. Chiedo quindi che venga sospesa la votazione, in maniera tale che gli uffici competenti forniscano gli esatti importi previsionali del mancato incasso degli oneri concessori e dell’IMU, anche in rapporto al bilancio annuale ed al piano di riequilibrio pluriennale. Ciò, affinché questa commissione e successivamente l’Aula possano valutare la sostenibilità economica della “salvacolline”.
Rosaria Brancato