Eppur si muove. Anzi, finalmente qualcosa si muove. Accorinti ha convocato per lunedì mattina il tavolo tecnico sulla vicenda ospedale Piemonte.
In verità a determinare l’accelerata sul caso sarà sicuramente stata la decisione della Commissione sanità Ars che di fatto ha “scongiurato e congelato” i tagli previsti dal piano di riordino della rete ospedaliera varato dall’assessore regionale Lucia Borsellino. La Commissione presieduta da Digiacomo, cogliendo al balzo il parere del Consiglio di Stato che ha invitato le parti a rimettere in discussione quanto deciso in sede di Conferenza Stato-Regione in merito ai piani di riordino, ha approvato un emendamento salva-ospedali e messo un freno ai tagli ai posti letto.
Determinante l’asse Picciolo-Formica per quel che riguarda il caso Messina ed in particolare il destino sia del nosocomio di Barcellona (che non sarà ridimensionato ad ospedale di comunità) che soprattutto per il destino del Piemonte, i cui 78 posti sono adesso ben saldi. Il voto della Commissione, che adesso però dovrà essere fatto proprio dalla giunta Crocetta, scongiura la chiusura immediata di 9 piccoli ospedali (tra i quali quello di Barcellona) e apre una finestra fino a dicembre 2016, tempo necessario per disporre un’analisi delle strutture dell’isola attraverso una griglia di valutazione. “Per la definizione del nuovo Piano ospedaliero – ha spiegato Digiacomo –sarà, quindi, necessario procedere ad una valutazione di tutte le strutture, e solo alla luce degli esiti deciderne il futuro. In pratica, nessun ospedale oggi è ‘predestinato’ ad essere convertito o ridimensionato. Si procederà, invece, da qui fino al 2017 alla valutazione delle performance delle strutture, sulla base di una griglia che verrà definita in un secondo momento”.
Gli emendamenti presentati da Beppe Picciolo e Santi Formica hanno poi posto un punto fermo relativamente all’ospedale Piemonte, salvando i posti letto: “Abbiamo scongiurato- scrive Picciolo- il depotenziamento di alcuni ospedali siciliani che sarebbero diventati ospedali di comunità. Questi ultimi avranno pari condizioni sulla base degli strumenti che l’assessore individuerà sulla appropriatezza delle prestazioni erogate e sulla efficienza e qualità delle stesse. Il nosocomio di Barcellona avrà così la sua chance di rilancio. Parimenti per l’ospedale Piemonte viene distinto nel numero dei posti per acuti, pari a 78, rispetto al più autorevole Papardo. Questa distinzione potrà servire se il parlamento e il governo vorranno dar seguito al ddl a firma mia e del deputato Formica per la costituzione del polo “Piemonte-Irccs Neurolesi” che i messinesi attendono come possibile soluzione per la salvaguardia dello stesso ospedale”.
I 78 posti del Piemonte sono quindi “distinti” dal Papardo il che equivale a dire che non finiranno nello stesso calderone e non saranno sacrificabili sull’altare di nessun riordino ospedaliero. Infine saranno destinati alle specialistiche. Il tempo gioca quindi adesso a favore del nosocomio del viale Europa, ma occorre saper sfruttare l’opportunità.
“Nella precedente stesura del piano – commenta Giuseppe Calapai, Segretario Provinciale della UIL FPL – i posti per acuti del Piemonte erano stati azzerati, sottintendendo una presa di posizione non favorevole al mantenimento della struttura di viale Europa. Il mantenimento di 78 posti letto, oggi, manifesta una volontà diversa e premia mesi di estenuanti battaglie svolte dal sindacato a fianco della cittadinanza e dei lavoratori.”
Soddisfatto anche il Comitato Salvare l’ospedale Piemonte: “Apprezziamo i buoni intenti, ma saranno vanificati se il governo non li fa propri- scrive il presidente Marcello Minasi- Siamo soddisfatti perchè parlamentari di buona volontà hanno accolto il grido di dolore della cittadinanza messinese, sollevatosi in seguito al malsano progetto della chiusura del Piemonte, contro il quale il Comitato, le forze sociali e i cittadini si battono da tempo. Auspichiamo che si metta fine a periodiche iniziative allarmanti del governo regionale e di minoranze della società civile e politica cittadina e si costruisca un circolo virtuoso per il mantenimento ed il potenziamento dell’offerta sanitaria in città e nella provincia”.
Il risultato, è bene per una volta sottolinearlo,è dovuto alla sinergia tra le battaglie in riva allo Stretto portate avanti da Cisl, Uil, Comitato Salvare il Piemonte ed una parte della deputazione regionale, come appunto Picciolo e Formica che hanno portato nella sede competente, la Commissione Ars le istanze raccolte a Messina.
Restano intatte comunque le perplessità sul fatto che il “matrimonio” con il Neurolesi sia la soluzione migliore e non invece la porta che vedrà fagocitare quel che resta del nosocomio. Il Ddl sullo “sposalizio” sarà all’esame dell’Ars la prossima settimana, ma nel frattempo il punto a favore riguarda proprio i 78 posti letto e la possibilità di avere due anni di tempo per valutare la struttura alla luce del piano di riordino.
Dopo due mesi di silenzio anche Accorinti riprende il filo del discorso interrotto la sera del 29 settembre quando alla manifestazione per salvare l’ospedale annunciò la convocazione di una conferenza dei servizi. Da allora più nessuna notizia nonostante le ripetute sollecitazioni della Cisl e della Uil. Oggi però l’annuncio della convocazione del tavolo tecnico, fissato per lunedì 24 novembre a Palazzo Zanca.
All'incontro sono stati invitati a partecipare l'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino; la deputazione nazionale e regionale, la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile; i consiglieri comunali e circoscrizionali; i direttori generali, dell'Azienda Ospedaliera Piemonte – Papardo, Michele Vullo, dell'ASP 5 Messina, Gaetano Sirna, del Centro Neurolesi “Bonino Pulejo”, Vincenzo Barone, e dell'Azienda Policlinico G. Martino, Marco Restuccia; il rettore dell'Università, Pietro Navarra; i presidenti degli Ordini, dei medici, Giacomo Caudo, dei farmacisti, Antonino Abate, e degli infermieri, Salvatore Feliciotto; le organizzazioni sindacali ed i Comitati Sanidea e Pro Piemonte.
Rosaria Brancato