Salgono a quattro i medici sotto processo per la morte della ultra ottantenne Rosaria Orioles, deceduta all'ospedale Piemonte il 3 febbraio 2013.
Il Gup Simona Finocchiaro ha rinviato a giudizio il medico ortopedico che quel giorno era di reperibilità al presidio sanitario e che, avvisato perché andasse a visitarla, non lo ha fatto. A giudizio anche il camice bianco in servizio a Chirurgia che, pur visitandola, non diagnosticò l'ischemia coronarica che uccise la donna, non disponendo ulteriori accertamenti.
Dovranno difendersi dall'accusa di omicidio colposo davanti al Tribunale a partire dal prossimo 25 giugno. Sono difesi dagli avvocati Francesco Marullo di Condojanni e Antonino Maio.
"Dopo 5 anni di indagini contrassegnate da ben due richieste di archiviazione entrambe rigettate, si è dovuto attendere dapprima l'imputazione coatta di un GIP poi il provvedimento di rinvio a giudizio per celebrare un processo ove accertare la verità – commenta l'avvocato Nino Cacia, che assiste i familiari della donna, parte civile al processo.
"Non si può attendere 5 anni per iniziare un processo, e ciò sia per le persone offese dal reato ma anche per coloro che rivestono nel procedimento la qualità di imputati", conclude il legale.
Per la morte della signora Rosaria, ricoverata all'ospedale di centro città soltanto qualche giorno prima per una frattura al femore e ricoverata, ci sono già altri due camici bianchi sotto processo con la stessa accusa.
Nella notte accusò forti dolori addominali e i familiari richiesero un consulto. Prima il medico reperibile, consultato al telefono dall'infermiere, e poi quello di turno, che la visitò, trattarono il malore come un normale decorso post operatorio.
Ma le condizioni della donna peggiorarono rapidamente e la mattina, al cambio di turno, anestesista e chirurgo tentarono il tutto per tutto, senza riuscire a salvarla.