“La delibera relativa all’adeguamento dei compensi dei direttori amministrativo e sanitario dell’ASP, per una somma di oltre 93 mila euro per il periodo luglio 2014/dicembre 2016, lascia esterrefatti perché mai in un momento di così grande difficoltà e ristrettezze economiche per il settore sanità, compresa l’ASP di Messina, ci saremmo aspettati l’adozione di un provvedimento di tale tenore che è sicuramente da censurare e di cui auspichiamo l’immediata revoca”. Così Pippo Calapai e Mario Salvatore Macrì, rispettivamente segretario generale e responsabile Area medica della Uil-Fpl di Messina.
La posizione critica del sindacato deriva da una serie di problematiche più volte segnalate anche dall’utenza e non tenute in considerazione dal managment dell’Asp.
“Certamente la scrivente organizzazione sindacale – prosegue la nota – non è avvezza alla facile demagogia ma nella fattispecie non possiamo tralasciare alcune considerazioni: da mesi siamo costretti a confrontarci con tagli di strutture, servizi e posti letto negli ospedali ma anche di personale, attrezzature e farmaci per la carenza di risorse economiche; i medici ed il personale tecnico e sanitario, non solo operante negli ospedali, è costretto a Il blocco della contrattazione, ormai da sette anni, ed i conseguenti mancati aumenti salariali non permettono ai dipendenti di fare fronte a tutte le necessità familiari”.
Ma c’è di più secondo il sindacato: “Ad oggi ancora non è stata definita la progressione economica orizzontale (fasce) con decorrenza dal 1° gennaio 2015, nonostante i numerosi solleciti delle OO.SS., e l’esiguità del fondo consentirà solamente ad un contingente di poco superiore al 10% dei dipendenti di poterne godere e non solo per l’anno 2016 l’Azienda che nel corso della delegazione trattante del gennaio 2017 aveva preannunziato la consistenza del Fondo della PEO di circa 700.000,00 euro in maniera incredibile, smentendo se stessa non è stata in grado fino ad oggi a definire la consistenza del fondo. Alla luce delle considerazioni e nell’ottica di un rispetto nei confronti dei dipendenti, ci saremmo aspettati un maggiore discernimento da parte del management aziendale che tenesse conto della situazione economica aziendale ed una valutazione più attenta delle esigenze degli assistiti ai quali, spesso, non viene garantito un pur minimo livello di assistenza per l’insufficienza di risorse finanziarie. Pertanto, non possiamo che augurarci un atto di responsabilità, di generosità e di condivisione delle difficoltà con la rinuncia all’adeguamento dei compensi”.