Sono tre al momento i medici indagati per la morte di Salvatore Pino, il cinquantanovenne spirato il 13 febbraio scorso all’ospedale Papardo. Il sostituto procuratore Alessia Giorgianni, titolare del caso, ha affidato ai consulenti Fabrizio Perri ed Ettore Macrì l’incarico di effettuare l’autopsia, che sarà effettuata nel pomeriggio all’ospedale Papardo.
In vista dell’esame medico legale, il magistrato ha avvisato quindi tre dei sanitari che si sono occupati dell’uomo, in particolare i camici bianchi che lo hanno assistito in prossimità della morte, così da consentire loro di prendere parte agli accertamenti irripetibili assistiti da un legale e con le altre garanzie di legge. I tre sono difesi dagli avvocati Fabrizio Alessi e David Bongiovanni. Dall’autopsia il magistrato si aspetta di sapere di più sulle cause della morte dell’uomo e soltanto dopo i risultati, per i quali i medici si sono riservati tre medi si tempo, deciderà se allargare lo spettro degli accertamenti ai ricoveri precedenti di Pino.
I familiari dell’uomo, infatti, assistiti dall’avvocato Nino Cacia, hanno presentato un dettagliato esposto chiedendo di accertare eventuali responsabilità legate a questo ennesimo decesso in corsia, visto che prima di morire nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Sperone il loro caro è stato visitato negli altri due ospedali cittadini, dopo il malore accusato mentre aspettava l’autobus, il 1 febbraio scorso.
Trasportato in ospedale al Piemonte, veniva riferito ai famigliari che forse il cinquantanovenne era stato vittima di una “sbornia”. Il giorno dopo veniva però trasferito al Policlinico perché le sue condizioni peggioravano. Qui, sottoposto a tac, gli è stata diagnosticata una emorragia celebrare ed è stato ritrasferito in Neurologia al Piemonte e da lì al Papardo, visto che le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente. Dopo un periodo di coma, è morto all’alba di sabato scorso.
Questo è il racconto dei familiari, ora la vaglio dei magistrati per capire se le condizioni di Pino sono state effettivamente sottovalutate e se la sua morte poteva essere evitata.
Alessandra Serio