Nessuna responsabilità hanno avuto i medici del reparto di Anestesia e Rianimazione del Papardo nella morte di Antonino Pollino, l'uomo morto nell'ospedale di Sperone il 12 settembre 2008, ricoverato d'urgenza lì dopo la corsa dall'ospedale Piemonte. Il giudice monocratico Rosa Calabrò ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, i sei rianimatori che si occuparono di loro, che hanno affrontato il processo per omicidio colposo.
Escono dalla vicenda quini i dottori Santa Tortora, 61 anni, Sarina Niosi (56), Luigina Amato (59), Maria Rosanna Crivillaro (59), Giacinto Indelicato (59) e Carmelo Signorino, di 65 anni.
Pollino era stato ricoverato il 1 settembre al Piemonte per una frattura al femore sinistro. Qui fu sottoposto a intervento ma ne uscì in grave stato di insufficienza respiratoria e shock emorragico. A quel punto scattò il trasferimento al Papardo dove nonostante le manovre dei rianimatori morì per arresto cardiocircolatorio. I tre figli, tutti residenti nel milanese, chiesero alla Procura di accertare eventuali responsabilità dei sanitari che si occuparono dell'uomo. L'accusa aveva chiesto la punizione perché secondo le indagini i rianimatori avevano sì effettuato le trasfusioni, ma nonsi curarono di capire che cosa aveva causato l'emorragia. Secondo i periti della Procura, invece, l'intervento di un chirurgo vascolare avrebbe potuto salvarlo.
I camici bianchi erano difesi dagli avvocati Bonni Candido e Igor Germanà.
(Alessandra Serio)