Le prime interlocuzioni già ci sono state, ed anzi c'è stata una richiesta del Rettore Cuzzocrea all'assessore Razza. L’ipotesi è al momento in fase embrionale ma non è esclusa dall'esponente del governo Musumeci. Escluso l’accorpamento, almeno in questa fase, nonostante per il Rettore (e per ambienti del Policlinico) questo possa essere l’obiettivo ultimo, ma per legge ogni decisione definitiva deve passare dal Ministero della salute, così com’è avvenuto con la legge Irccs-Piemonte ed i tempi sarebbero lunghi.
Una fusione inoltre vedrebbe il "ni" del direttore scientifico del Neurolesi, Dino Bramanti, pronto a difendere la sua “creatura” di fronte ad eventuali tentativi di “espropriazione” o colonizzazione. Ci sono però già stati i primi contatti tra il direttore scientifico ed il Rettore.
Attualmente quindi si parla più di sinergie e “fidanzamenti” che di fusione vera e propria, magari rinviandola di un anno o due.
E’ stato il Rettore Cuzzocrea ad abbozzare l’ipotesi all’assessore regionale Razza, forse pensando ad un ritorno al passato, ai primi passi di quello che sarebbe poi diventato l’attuale Irccs e che all’epoca era all’interno del Policlinico. L’idea che il Rettore ha espresso all’assessore guarda nell’arco di uno o due anni e vedrebbe la progressiva unione dei due presidi, tenendo in considerazione il fatto che entrambi hanno la mission della ricerca.
In realtà guardando il panorama della sanità messinese attualmente l’Irccs-Piemonte è l’unico a godere di “ottima salute”, a differenza del Papardo (i cui ultimi numeri rappresentano un quadro drammatico) e dello stesso Policlinico che non corre più con il vento in poppa.
L’Irccs può vantare risultati in termini di numeri e di crescita, è stata la prima azienda ospedaliera siciliana a presentare il bilancio certificato (da una società esterna), ed è diventato con i suoi satelliti aperti a Salemi, Palermo e Catania, Polo regionale di riabilitazione. Infine può contare su finanziamenti per oltre 91 milioni di euro stanziati dal Ministero della salute per interventi strutturali (anche in questo caso unica azienda ospedaliera del sud).
Se quindi il Rettore è stuzzicato dall’idea del matrimonio sanitario dall’altro lato il professore Bramanti vuol andare con i piedi di piombo.
Già sul finire del 2015 e poi a gennaio 2016, mentre era in fase di gestazione la fusione dell’Irccs con il Piemonte, si parlò anche di una sorta di “triangolo” coinvolgendo il Policlinico Universitario che avrebbe dovuto gestire il Pronto soccorso (leggi qui), ma alla fine non se ne fece nulla. Troppi dissidi palesi e nascosti.
Se il Rettore sponsorizza il “triangolo” guardando anche all’eccellenza che è stata raggiunta dall’Irccs deve però fare i conti con i vertici attuali del presidio.
Da qui l’azione di confronto che è stata avviata nelle scorse settimane con il professore Bramanti e che fa registrare un’inversione di tendenza rispetto a quando il Magnifico era Navarra e tra Policlinico e Irccs non correva buon sangue (per usare un eufemismo). Bramanti non vuol vedere depotenziata una struttura che ha portato ai massimi livelli e men che meno a vantaggio dei “rivali”, ma l’obiettivo è trovare i punti d’incontro e di forza tra le due aziende.
L’assessore Razza intanto ha di recente nominato, quale commissario del Policlinico Laganga, attuale direttore amministrativo, nonché ex commissario straordinario. E’ questo un segnale di non belligeranza nei confronti del Rettore Cuzzocrea che ha appunto indicato Laganga per il ruolo da ricoprire in attesa delle nomine dei direttori generali, suscitando la reazione di Michele Vullo che ha gridato al complotto.
Ma nell’ingranaggio del triangolo potrebbe esserci un altro ostacolo.
Entro metà ottobre dovrebbero essere scelti i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere dell’isola. I colloqui stanno per terminare e la Commissione trasmetterà all’assessore Razza le “rose” dei papabili.
Tra i candidati che hanno sostenuto i colloqui c’è il commissario dell’Irccs Angelo Aliquò che a questo punto potrebbe non essere in linea con un disegno volto a ridimensionare l’azienda. Probabile che nell’ottica del triangolo serva più un “tagliatore di teste” o un facilitatore che non un manager come Aliquò che ha portato l’Irccs a livelli di efficienza e funzionalità e di risultati.
In questo gioco a scacchi Aliquò, potrebbe essere un bastone tra le ruote poco propenso ad accelerare il percorso individuato.
Rosaria Brancato