S. TERESA DI RIVA. Il Consiglio dell’Unione dei Comuni delle Valli joniche dei Peloritani dice no all’unanimità alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza del 118. Dice no a quanto stabilito dalla Regione siciliana in virtù dell’intesa con la Lombardia. L’assemblea (erano presenti 11 consiglieri su 22), riunitasi in seduta urgente e straordinaria nei locali di Villa Ragno a S. Teresa di Riva ha aderito alla richiesta di revoca di revoca della delibera di Giunta regionale del 28 agosto con la quale è stata esitata la convenzione redatta dal Comitato consultivo dell’Asp di Messina, presieduto da Antonio Giardina.
Nello specifico viene contestato il riferimento a modelli del Nord che prevede la presenza di ambulanze di base senza medico ma solo con autisti e soccorritori. Il che significa che le ambulanze si ridurrebbero a semplici mezzi di trasporto verso l’ospedale. La contestazione è legata in particolare all’organizzazione territoriale messinese (strade precarie e tanti paesi collinari e montani), superiore a quella della Lombardia. Il tutto porterebbe al deprezzamento delle professionalità.
Ad accendere il dibattito nel comprensorio jonico è stata la consigliera al Comune di Furci Siculo Violetta Ferraro, delegata alla Salute, promotrice della seduta urgente del Consiglio dell’ente sovracomunale di cui fanno parte 11 Comuni.
Numerosi gli amministratori intervenuti. con in testa il presidente dell'Unione Armando Carpo, primo cittadino di Mandanici. Alla seduta (presieduta dal casalvetino Carmelo Saglimbene) era presente anche il dottore Nino Grillo, medico del 118 e segretario provinciale Snami.
“È il modello Messina semmai che va esportato in Lombardia – ha esordito Grillo – e non viceversa: la nostra è una provincia con un territorio complicato, fatto di tanti piccoli comuni collinari e montani e con una rete di strade precaria e il tempo di intervento dell’ambulanza, dove è necessaria la presenza del medico a bordo per il trattamento di stabilizzazione sul posto, è fondamentale per salvare le vite umane prima del trasferimento in ospedale. Le reti per l’ictus, l’infarto e il trasporto materno e neonatale critico – aggiunge il medico – che nel messinese vantano successi nell’80% degli interventi, con l’introduzione di ambulanze non medicalizzate rischierebbero di subire un drastico calo dei risultati positivi, visto che il personale paramedico non può effettuare trattamenti sanitari sul paziente”. Durante il Consiglio è stato fatto notare che la Regione, prima di firmare la convenzione, non avrebbe consultato medici e operatori del 118”.
Nello specifico nel messinese le ambulanze medicalizzate scenderebbero da 27 a 25 (nessun taglio nello Jonio) e verrebbe escluso il Pte di Scaletta dove tuttavia ci sarebbe una ambulanza medicalizzata ed il mezzo 118 al Papardo di Messina.
L’hinterland jonici non sarebbe quindi particolarmente colpito dal provvedimento “ma c’è il rischio – sostiene il dottore Grillo – che un’ambulanza della zona jonica sia chiamata ad intervenire in città, lasciando quindi scoperto il territorio per diverse ore”.
E’ stato fatto appello all’on. Danilo Lo Giudice (sindaco di S. Teresa), presente in aula affinché si faccia portavoce alla Regione della necessità di potenziare il servizio anziché depotenziarlo”. Lo Giudice chiederà un’audizione in Commissione Salute: “E’ assurdo prendere a modello la Lombardia – chiosa il deputato – se il nostro sistema funziona bene”.