Anche l’Asp Messina ricorre alla struttura emergenziale, con l’assunzione di nuovo personale, per far fronte all’emergenza coronavirus. Eppure risorse stanziate e coperture economiche per nuovo personale ce ne sono. Il caso del concorso dimenticato.
E’ entrato nel vivo in questi giorni il mandato della neo commissaria all’emergenza coronavirus di Asp Messina, Maria Grazia Furnari. Tra i suoi primi obiettivi, il reclutamento di medici, informatici e altro personale per potenziare le USCA e gestire i casi di Covid, soprattutto a domicilio.
Il grosso del reclutamento riguarderà ovviamente il personale sanitario, medici e operatori socio sanitari. Ma non soltanto. Perché i disservizi delle ultime settimane nel tracciamento dei casi e nella gestione rifiuti hanno rivelato che a creare il caos e portare al tracollo il sistema era stata la gestione a livello centrale, dove si raccoglievano e (non) organizzavano adeguatamente i primi dati. Dove ancora oggi non esiste un data base che consente di prendere in carico i positivi come “pazienti” e tracciarli adeguatamente.
Eppure le fila amministrative dell’Asp, a spulciare l’albo dell’azienda sanitaria messinese, avrebbero potuto essere rinforzate per tempo.
L’ASP Messina infatti a dicembre 2019 ha effettuato la prova preselettiva per una procedura di concorso pubblico a 17 posti per collaboratori amministrativi categoria D. A gennaio 2020 è stata pubblicata la graduatoria degli idonei a sostenere la prova scritta. Prova scritta che, tra emergenza e altro, non è ancora stata effettuata.
Si tratta di soldi pubblici spesi dall’azienda, di una procedura che avrebbe potuta essere completata tra maggio e novembre e avrebbe potuto aiutare, consentendo così di concentrare le ulteriori risorse per rinforzare il personale medico ad esempio, o risparmiando sulle coperture per l’emergenza.