MESSINA – È la promessa di Asp Messina che cerca di far fronte al fatto che mancano sempre più medici negli ospedali del messinese, soprattutto in provincia dove già le strutture ospedaliere sono sempre più alle prese coi tagli. Carenze anche nei settori dell’emergenza/urgenza. Il commissario Bernardo Alagna (nella foto) annuncia perciò un piano d’assunzioni e rotazioni per medici e specializzandi che potrà essere attuato anche in deroga e utilizzando le convenzioni.
In vista la delibera che darà corso prendendone atto, da lunedì 24 luglio, alla direttiva firmata dal dirigente generale Salvatore Jacolino e dall’assessora regionale alla Sanità Giovanna Volo.
Il commissario si adegua quindi alla disposizione regionale, che dà atto del fatto che malgrado l’autorizzazione ad avvalersi della rotazione e delle convenzioni, rimaneva “una disomogenea distribuzione del personale, con riflessi negativi per la piena operatività dei reparti ospedalieri dell’emergenza urgenza e nei richiamati piccoli ospedali di provincia.” Per la regione si tratta di realizzare “l’obiettivo ‘zero chiusure aree emergenza e Pronto Soccorso’ e per il mantenimento della funzionalità dei piccoli ospedali di provincia”.
I medici saranno quindi destinati a reparti di altre strutture dove ci sono carenze e, per non lasciare “buchi” nell’ospedale di provenienza, il commissario potrà ricorrere agli specializzandi, dopo comunicazione alle organizzazioni sindacali.
Via libera della Regione anche a “le procedure concorsuali per il reperimento di personale medico da adibire ai pronto soccorso, avendo cura di inserire all’interno dei bandi le disposizioni di cui ai commi 547 e 548 dell’art. 1 della L. 30 dicembre 2018 n. 145, per come modificati dall’art. 3 comma 5 bis del DL 51/2023 convertito con modificazioni dalla L. 87/2023, che consentono la partecipazione agli specializzandi iscritti dal secondo all’ultimo anno della scuola di specializzazione”.
Anche in questo caso l’indicazione della Regione è di aprire le posizioni destinando il personale alle strutture provinciali per evitare squilibri tra i territori.