“Oggi prendono servizio negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Locri e Melito Porto Salvo, i 51 medici cubani che lo scorso 28 dicembre sono arrivati in Calabria. In queste settimane hanno seguito un corso intensivo di italiano presso l’Università di Cosenza, e adesso sono pronti ad iniziare la loro avventura nelle corsie ospedaliere della nostra Regione. Per farli arrivare in Italia abbiamo superato polemiche e tanti intoppi burocratici”. Le parole sono del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
“Evidentemente a qualcuno ha dato fastidio questa iniziativa, – chiosa sempre il presidente della Regione Calabria – che invece ha l’unico scopo di tenere aperti, nonostante la carenza di camici bianchi e ad esclusivo vantaggio dei pazienti, tutti i reparti e tutti gli ospedali.
Come ho detto più volte, i medici cubani non toglieranno alcun posto di lavoro a medici italiani o calabresi, e questa vicenda non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono.
Per superare l’emergenza in modo strutturale l’unica strada che abbiamo è quella dei concorsi, che continueremo a bandire su tutto il territorio regionale per assumere medici a tempo indeterminato. Costruiremo concorsi più attrattivi, coinvolgendo anche gli specializzandi, per far in modo che anche ospedali periferici possano essere presi in considerazione da medici specializzati alla ricerca di un’occupazione. E per farlo chiederemo la compartecipazione del governo nazionale: se ad un carabiniere o ad un magistrato che prestano servizio in Calabria viene riconosciuto qualcosa in più – in termini economici e di carriera – perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata, questo criterio deve valere ancor di più per la sanità, settore in macerie e commissariato da oltre 12 anni.
E su questi punti ho aperto un proficuo confronto con il ministro Orazio Schillaci. I medici cubani, dunque, non rappresentano la soluzione, ma il loro contributo sarà, in questo frangente, fondamentale e di vitale importanza per tante comunità regionali. Sono felice di come le cittadine coinvolte in questa prima fase della nostra iniziativa hanno accolto i camici bianchi caraibici: con calore, con affetto, e con senso di riconoscenza. Allo stesso tempo i cubani hanno portato entusiasmo, spirito di servizio, voglia di mettersi a nostra disposizione per aiutare concretamente la sanità calabrese. Una storia di collaborazione, di dialogo tra diverse culture, di mutuo soccorso. Un’opportunità per noi e per loro. Ed oggi inizia ufficialmente questa bella pagina di storia”.