Sono precari “storici”, lavorano da circa vent’anni nella sanità, aspettano da sempre la stabilizzazione, adesso rischiano di essere buttati fuori per far posto ad altri colleghi palermitani. Gli ausiliari dell’Azienda Sanitaria Provinciale però non ci stanno. Oggi sono andati a farsi sentire direttamente in Prefettura, hanno continuato a ribadire che il loro posto non si tocca e sono pronti a tutti per difendere il lavoro che svolgono da una vita e i servizi che garantiscono. Senza bandiere, senza sigle sindacali, i precari dell’Asp5 si sono riuniti in un comitato e porteranno avanti la loro battaglia da soli perché dicono “i sindacati in tutti questi anni ci hanno solo presi in giro e poi abbandonati. Ci hanno detto che la stabilizzazione sarebbe arrivata ed oggi siamo addirittura a rischio licenziamento”. Con il sit-in di oggi hanno chiesto al Prefetto e al commissario dell’Asp5 Magistri di bloccare quelle procedure di mobilità, ordinate anche dall’assessore regionale Lucia Borsellino, per la copertura di circa 170 posti do operatori socio-assistenziali che però saranno assegnati a personale in esubero proveniente da Palermo. “E noi dopo vent’anni che fine dovremmo fare? Ce lo spieghino” urlano i lavoratori. “Mentre aspettavamo la nostra stabilizzazione ci siamo visti scavalcare da chi è entrato nei servizi assistenziali senza neanche fare un concorso, come il personale del 118. Noi il concorso per la stabilizzazione l’abbiamo fatto e ad oggi non solo non è accaduto niente ma addirittura siamo a rischio”. Le soluzioni per evitare tutto questo, secondo loro, ci sono. E sono pronti a spiegarle direttamente al presidente della Regione Crocetta, se ce ne sarà bisogno. Tra l’altro spiegano che mettere al loro posto lavoratori palermitani, che quindi sarebbero costretti a viaggiare, significherebbe un netto peggioramento dei servizi. “Tra permessi, malattie e ferie siamo certi che non riuscirebbero a garantire neanche il 20% del lavoro che riusciamo a fare noi”. Intanto sono pronti ad unirsi con tutte le altre categorie di precari che in questo momento rischiano il posto. Vogliono dare un segnale forte, unitario, e far capire a chi ancora evidentemente non lo ha capito che loro continueranno a lottare. (Francesca Stornante)
Venerdì, 30 novembre, 2012 – 20:02