Da ambita meta estiva dei bagnanti a fatiscente campo nomadi. La trasformazione è netta e si compie in un lasso di tempo di pochi mesi. Quelli sufficienti a far si che le spiagge tanto frequentate durante la stagione calda, vengano colonizzate da capannelli di zingari e rom e adibite ad area campeggio per le loro roulotte.
Chiusi i battenti degli stabilimenti balneari che attraggono una vivace clientela nei mesi di luglio e agosto, ombrelloni e sedie sdraio vengono istantaneamente rimpiazzate da camper e tende mentre rifiuti di ogni genere e sacchetti di immondizia avviluppano la zona di pari passo con l’avanzare del grigiore invernale.
La denuncia arriva da un cittadino che vive e lavora nell’area di Fiumara Guardia. Già in possesso di una concessione demaniale per varo e alaggio di imbarcazioni, il nostro lettore si chiede quali ripercussioni possa avere questa arbitraria usurpazione della spiaggia sulla propria clientela.
Certo non è rassicurante sapere che la propria imbarcazione sosta a pochi metri da un campeggio abusivo, dove fanno bella mostra di sé montagnole di pattume. E altrettanto poco rincuorante – prosegue il denunciante – è venire a conoscenza dei consueti rimpalli burocratici che portano le forze dell’ordine, chiamate a provvedere sulla questione, a rimbalzare il problema alla capitaneria di porto in un corto circuito amministrativo che si risolve, alla fine, con la necessità per chi, invece, avrebbe titolo per usufruire dell’area, di “chiedere il permesso per poter passare, invitando a spostare roulotte e tende” che puntualmente ostruiscono l’unico passaggio disponibile.
Lungi dall’essere spinto da intenti discriminatori, il nostro lettore, nella sua segnalazione, precisa, del resto, che l’illegittimo bivaccare dei nomadi in questione si traduce sovente in un incremento dell’immondizia che già invade la zona. Un degrado sotto gli occhi di tutti che si perpetra lungo una riviera che dovrebbe, al contrario, essere oggetto di cure e attenzioni sino a divenire il fiore all’occhiello dell’intera città.
Del resto, la zona nord è ormai tristemente abituata all’incuria. Si va dal pastore che porta al pascolo il proprio bestiame lungo la Consolare Pompea e le spiagge di Sant’Agata, fino alle buche transennate e ai tombini scoppi che sistematicamente butterano il manto asfaltato dopo le piogge più intense. Uno scenario di abbandono che chiede di essere ascoltato. Una protesta costante che è ormai divenuta un motivo di fondo.
(Sara Faraci)