MESSINA – Come il rosso, nell’immaginario, intravisto dal toro. Come il topo beccato dal gatto e così via. Gli esempi si sprecano. Ma noi messinesi, a torto o a ragione, ci scateniamo quando viene preso qualsiasi provvedimento che possa cambiare il traffico cittadino e attenuare la centralità delle auto.
Intendiamoci, la scelta dei cordoli in alcune strade del centro, dalla zona Università e il Boccetta a via Garibaldi e il viale San Martino, può comportare una riorganizzazione del traffico che in una città così impegnativa non è una passeggiata. Ma che i cordoli, fatti per delimitare la pista ciclabile e la corsia preferenziale per i bus, siano la causa di tutti i mali, dal crollo del commercio a ogni altro disagio, appare decisamente eccessivo.
Così scrivevamo il 21 agosto: “L’installazione serve a delimitare sia la pista ciclabile, che così diventa più sicura, sia la corsia preferenziale per i bus, che non dovranno più fare i conti con le auto che la invadono. Così non saranno più possibili i parcheggi creativi ma è praticamente certo che non si fermerà la sosta in seconda fila, cosicché resterà una sola corsia in direzione centro città, invece che le due previste. Almeno fin quando non ci sarà un presidio continuo da parte della Polizia municipale”.
In generale, l’impressione è che rispetto ai cordoli scatti un riflesso condizionato. Una resistenza a intravedere un futuro di Messina meno invaso dalle auto, con meno macchine in doppia fila e clacson scatenati. Senza parcheggi sui marciapiedi e ostacoli per passeggini e persone con disabilità.
Un futuro più ordinato e più a misura di pedone e di ciclista è possibile. La transizione non è facile ma cambiare si può. E si deve.