SAVOCA – “Siamo stati accusati di gettare fango, ma il gruppo di minoranza “Savoca Insieme” lavora nell’interesse dei cittadini savocesi e l’ostruzionismo messo in atto dall’amministrazione non ha intimorito minimamente la nostra azione di controllo. Così, dopo più 60 giorni, dopo due istanze d’accesso e mettendo alle strette l’amministrazione con un’esibizione degli atti e un’interrogazione scritta al sindaco, abbiamo scoperto e denunciato un danno erariale che grava sulle tasche dei cittadini di Savoca”.
I consiglieri di minoranza Giuseppe Muscolino, Adele Trimarchi e Giuseppe Meesa hanno così replicato al gruppo di maggioranza sull’intervento dell’Ufficio Ispettivo della Regione, chiamato in causa dagli stessi consiglieri e che si era successivamente espresso in favore dell’amministrazione. “La Regione – spiegano i consiglieri – ha archiviato il procedimento sulla vicenda del patrimonio perché dalla segreteria del Comune è stato comunicato che regolarmente gli atti venivano forniti”.
Ma il gruppo “Savoca insieme” è andato oltre, presentando nei giorni scorsi un esposto-denuncia alla procura regionale delle Corte dei Conti, a cui si chiede di “disporre gli opportuni accertamenti al fine di verificare l’eventuale sussistenza di profili di responsabilità amministrativo-erariale”. Nel mirino della minoranza è infatti finita la gestione del micronido di San Francesco di Paola, concesso in locazione ad un’associazione che lo gestisce dal 2019 ma senza la stipula di un contratto di affitto.
L’opposizione ha scoperto inoltre che le spese per la fornitura di energia elettrica sono rimaste a carico del Comune. “Le giustificazioni che ci sono state fornite dal sindaco – spiegano i consiglieri Muscolino, Trimarchi e Messa – sono prive di qualsivoglia fondamento e finalizzate esclusivamente a scaricare su altri e ad allontanare da sé qualsiasi responsabilità per il pregiudizio inferto alle casse comunali”. La minoranza ritiene quindi che “la mancata stipula del contratto di locazione del micronido, la conseguente occupazione sine titulo dello stesso da parte dell’associazione “Asofa”, nonché l’indebito pagamento da parte del Comune delle spese relative alla fornitura di energia elettrica, costituiscano fonte di responsabilità amministrativo-erariale. Da qui l’invio dell’esposto alla Corte dei Conti.