A limitarsi agli annunci, si potrebbe pensare siano in arrivo nuovi fondi e grandi novità per le ferrovie siciliane. All’indomani dell’approvazione del decreto “Sblocca Italia”, si parla infatti di 5 miliardi e 200 milioni per il triangolo ferroviario Palermo – Messina – Catania.
Si tratta, però, di fondi già stanziati un anno e mezzo fa, il 28 febbraio 2013, con la firma del Contratto Istituzionale di Sviluppo. In quell’occasione, il finanziamento era stato suddiviso in due tranche: la prima, da 2 miliardi e 426 milioni, subito disponibile; la seconda, da 2 miliardi e 680 milioni, da reperire.
Nella prima tranche rientrano i lavori per il passante ferroviario di Palermo, finanziati con 1 miliardo e 152 milioni, e giunti ad una percentuale di realizzazione del 63 %, che prevedono 30 chilometri di nuova linea a doppio binario fino all’aeroporto Punta Raisi e dieci nuove fermate per il servizio suburbano. 120 milioni, invece, per il raddoppio tra Ognina e Catania Centrale, lungo poco più di 2 chilometri e mezzo e già realizzato all’88 %, con la creazione di tre nuove fermate per il servizio metropolitano.
Ancora nessun finanziamento, dunque, per il completamento del raddoppio della Messina – Palermo. Gli 87 chilometri tra Patti e Castelbuono resteranno a lungo tempo a binario unico, con tempi di percorrenza indegni di un paese civile. Va meglio sul versante jonico, dov’è invece previsto il raddoppio dei 42 chilometri compresi tra Giampilieri e Fiumefreddo a completamento della Messina – Catania. E’ l’opera più costosa ricompresa nel contratto istituzionale di sviluppo ma dei 2 miliardi e 270 milioni di euro necessari, sono disponibili appena 46 milioni di euro, mentre la parte restante è destinata ad una seconda fase.
L’unica vera novità, allora, riguarda i tempi. Lo Sblocca Italia prevede un anticipo dell’apertura dei cantieri a dicembre 2015 ma è probabile che possa riguardare gli interventi infrastrutturali già finanziati, tutti nella zona di Catania. Vale a dire il raddoppio ferroviario e l’eliminazione di tutti i passaggi a livello tra Catania Bicocca e Raddusa, di 54 chilometri, già finanziato con 739 milioni di euro; l’interramento della stazione di Catania Centrale, finanziato con 464 milioni di euro al solo fine di riqualificazione ambientale e urbanistica; il raddoppio ferroviario della breve tratta all’interno del Comune di Catania compresa tra bivio Zurria e Acquicella finanziato con 116 milioni di euro.
Difficile che si possano accorciare i tempi per il raddoppio Giampilieri – Fiumefreddo. Nel prossimo mese di ottobre, infatti, si prevede l’approvazione da parte del Cipe del progetto preliminare che era stato già approvato nel 2005 e poi cassato, mentre per il progetto esecutivo bisognerà aspettare fino all’ottobre 2016. Il nuovo tracciato si sviluppa a monte della linea storica, per l’85% in galleria, e prevede anche la realizzazione di 2 nuove stazioni (Fiumefreddo e Sant’Alessio-Santa Teresa) e di 4 nuove fermate (Alcantara, Taormina, Nizza-Alì e Itala-Scaletta). Con l’intervento si otterrà una variazione della velocità massima di tracciato da 160 a 200 km/h, che consentirà una diminuzione dei tempi di percorrenza di circa 25 minuti; inoltre, la realizzazione del raddoppio consentirà l’aumento della capacità potenziale della linea, da 80 a 200 treni al giorno. Potrebbe, dunque, essere possibile percorrere la linea da Messina a Catania in circa 50 minuti.
Nella prima tranche di finanziamento, rientrano anche una serie di interventi tecnologici per il sistema di comando e controllo. Lavori quasi conclusi tra Fiumetorto e Messina (37 milioni, 98,68 %) ed a buon punto anche sulle linea Messina – Siracusa (56 milioni, 78 %) e sul passante di Palermo (38 milioni, 77 %).
Previsti poi interventi di velocizzazione in alcune stazioni sedi di incrocio e rettifiche di curve sulle linee Messina – Palermo e Messina – Siracusa (per un totale di 28 milioni, con un risparmio di tempo di 15 minuti) e sulla linea Palermo – Catania (20 milioni). Su quest’ultima, nel tratto di 25 chilometri compreso tra Roccapalumba e Marianopoli, altro finanziamento da 62 milioni per rettificare le curve ed elevare l’attuale velocità da 90 km/h fino a 120 km/h con un risparmio di tempo di 10 minuti.
(Marco Ipsale)