SCALETTA ZANCLEA – “Le immagini e i fatti accaduti questa notte parlano chiaro, uno dei torrenti simbolo che fu luogo del tragico evento del 1° ottobre 2009, è una bomba ad orologeria”. Non hanno tardato a farsi sentire i Comitati Divieto e No frane che anni, attraverso gli attivisti Francesco Aloisi e Giacomo Di Leo, denunciano la pericolosità del torrente Divieto. “La burocrazia ormai è solo l’alibi che viene utilizzato per nascondere la polvere sotto il tappeto – attaccano in una nota -. Adesso basta, i responsabili dovranno rispondere per questi ingiustificati ritardi, hanno avuto più di 3 anni di tempo per garantire l’ordinaria manutenzione ma nulla è stato fatto. Dal 2017 l’intero alveo del torrente giace colmo di detriti, la foce completamente occlusa dal fisiologico materiale prodotto dalle mareggiate autunnali“.
Aloisi e Di Leo sostengono che “durante l’estate, quando le condizioni meteorologiche sono state favorevoli gli enti competenti avrebbero potuto e dovuto eseguire l’ordinaria manutenzione per mitigare il dissesto idrogeologico, ma evidentemente non hanno ritenuto importante la vita dei cittadini. Si sono già dimenticati delle 37 vittime dell’alluvione del 2009?“.