L’ex assessore comunale Melino Capone è stato scagionato dall’accusa di essersi appropriato di somme destinate agli allievi di un corso di formazione per estetista nel 2013, a un docente e una dipendente dell’Ancol, l’ente che gestiva fino alla metà del decennio scorso.
La sentenza di assoluzione piena, “per non aver commesso il fatto”, è del Tribunale di Messina, ieri pronunciatosi alla fine del processo che ha visto Capone imputato di peculato, per somme che vanno dai 300 euro ai 1300 euro circa.
I suoi difensori, gli avvocati Tommaso Autru Ryolo e Marcello Scurria, hanno fatto emergere che il corso in questione non era mai stato finanziato in concreto, quindi i soldi di docenti e allievi non erano mai arrivati all’Ancol, men che mai finiti nelle tasche di Capone. Alla fine del dibattimento anche l’Accusa, rappresentata dal PM Giuseppe Adornato, ha chiesto per lui l’assoluzione.
Si chiude così un altro “stralcio” processuale che nasce dalla più complessa indagine della Procura di Messina sui fondi destinati agli enti di formazione professionale nel decennio scorso, culminata nel processo Corsi d’Oro.