Caso Genovese, il processo va avanti a doppio binario

E' stata una lunga giornata di questioni preliminari, con decine di avvocati e imputati a far la spola tra un'aula e un'altra, quella di oggi per il processo sulla formazione professionale. A tenere banco era il caso Genovese, con la partenza del processo all'onorevole, il cognato Franco Rinaldi e le altre 21 persone imputate. Contemporaneamente era prevista anche una udienza del processo scaturito dalla prima trance di inchiesta, già in fase avanzata.

Poiché i difensori avevano chiesto di unificare i due processi, visto che molte persone erano imputate in entrambi i procedimenti, assegnati a le due sezioni collegiali, il Presidente del Tribunale ha disposto che cominciasse prima la II sezione, presieduta dal giudice Calabrò, che si occupa del primo troncone. La Corte ha ascoltato gli avvocati, è andata in camera di consiglio ed alle 15 del pomeriggio, con ordinanza, ha rigettato la richiesta di unificare i due processi, e rinviato il "proprio" al prossimo 31 marzo. La quasi cinquantina di persone presenti ha quindi lasciato l'aula e si è trasferita a quella di fronte, più angusta, dove il presidente Grasso ha chiamato l'appello intorno alle 17, è andata avanti quasi due ore con le richieste di costituzione di parte civile ed ha aggiornato tutto al prossimo 2 marzo.

Anche oggi l'udienza fiume è stata affollata. Al completo il banco dell'accusa, dove accanto al procuratore aggiunto Sebastiano Ardita c'erano i sostituti Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco. Una quarantina gli avvocati impegnati, tra difensori degli imputati e legali di parte civile.

Assenti gli imputati eccellenti, a cominciare dal protagonista principale, Francantonio Genovese: ha preferito restare in cella a Gazzi anziché arrivare in manette in aula. Presenti, come a tutte le udienze, Elio Sauta e i fratelli Capone. Presente anche l'onorevole Franco Rinaldi: arrivato a metà mattina, ha seguito l'intera udienza, anzi entrambe le udienze, seduto in disparte, in silenzio, lontano anche dai suoi difensori.

Alessandra Serio

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