Si è chiuso nel mutismo avvalendosi della facoltà di non rispondere. Ha scelto di non rispondere alle domande del gip del Tribunale di Reggio, Tommasina Cutroneo, l’ex fisioterapista del Centro Neurolesi di Messina, Stefano Andrea Violi, 35 anni. L’uomo, residente a Bova Marina, arrestato era stato arrestato venerdì scorso dai Carabinieri con l’accusa di aver favorito la latitanza del boss della ‘ndrangheta Francesco Pelle, coinvolto nella faida di San Luca e nella strage di Duisburg, Da Messina era giunto anche il sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Verzera che aveva chiesto l’ordine di custodia cautelare firmato dal gip Maria Vermiglio. Un viaggio inutile dal momento che Violi per ora ha preferito non parlare. Violi è accusato di aver coperto Pelle, nel periodo della sua latitanza, quando fu costretto al ricovero per sette mesi nel reparto di Riabilitazione del Centro Neurolesi di Messina. Il boss fu ricoverato sotto falso nome. Tutti lo conoscevano come signor Scipione ed aveva detto, a così fu riportato nel referto, di aver riportato delle ferite d’arma da fuoco alla spalla durante una battuta di caccia. Secondo quanto emerso dalle indagini, invece, sarebbe stato ferito in un agguato mentre era latitante. Violi, durante il ricovero di Pelle, si sentiva telefonicamente con i parenti del boss per aggiornali sulle condizioni di salute del congiunto. La circostanza è stata confermata dai tabulati telefonici acquisiti dai Carabinieri.