Messina oggi è diventata la voce della lotta al precariato. Sono arrivati da Catania, Siracusa, Ragusa, Enna. Ma anche dai Comuni della provincia, Santo Stefano di Camastra, Barcellona, Capo d’Orlando, Sant’Agata Militello, Milazzo, Giardini Naxos, Villafranca Tirrena. Tutti uniti per dire no al rischio disoccupazione cui vanno incontro migliaia di lavoratori siciliani con contratti a tempo determinato e altrettanti appartenenti al bacino degli Lsu, operanti presso gli uffici della Regione, degli Enti locali, della sanità e di tutti gli Enti che ne usufruiscono. Una grande manifestazione indetta dalle federazioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil che hanno proclamato per oggi lo sciopero generale e che hanno scelto Messina come piazza per unire tutta la Sicilia orientale. Una scelta dettata anche dal fatto che la città dello Stretto, in termini di numeri, rappresenta una delle realtà maggiormente in difficoltà in prospettiva tagli. Un migliaio i lavoratori che oggi hanno l'assalto gli uffici per sfilare in corteo e ricordare alla politica che il lavoro è un diritto, soprattutto per chi da oltre vent'anni vive con la costante paura che a fine anno non arrivi il rinnovo dei contratti. Erano giovani quando hanno iniziato a lottare contro il precariato, oggi sono invecchiati inseguendo la chimera della stabilizzazione. Quello messinese è stato il corteo principale di questa giornata di protesta che tocca l'intera Sicilia. I lavoratori si sono dati appuntamento alle 10 a piazza Antonello e il lungo serpentone di bandiere e striscioni ha attraversato la città attraverso le vie Cavour, Tommaso Cannizzaro, Garibaldi, fino alla Prefettura.
Francesca Stornante