Una serie di provvedimenti disciplinari siglati dal direttore dell’Atm Giovanni Foti nei confronti di alcuni lavoratori dell’azienda trasporti ha scatenato una reazione esplosiva dell’Orsa. Il sindacato, che in più occasioni ha contestato a muso duro la governance dell’Atm, torna all’attacco per contestare la raffica di provvedimenti che ha raggiunto i lavoratori dell’Orsa, soprattutto i conducenti del tram. Un’azione mirata, secondo il sindacato di Mariano Massaro, a soffocare le denunce dell’Orsa sul fronte del piano decennale e del piano industriale che porterebbero l’Atm allo sfascio. Una “tattica autoritaria” riconosciuta al direttore Foti, accusato di volersi scegliere le controparti sindacali gradite, sfuggendo il confronto con chi invece continua a manifestare il proprio dissenso.
«I sindacalisti “amici” continuano a occupare posti al sole, rappresentano contemporaneamente gli interessi dell’azienda e quelli dei lavoratori, sono impiegati in mansioni “riposanti”. Gli sponsorizzati dalla politica fanno carriere brucianti e occupano posti di responsabilità, insomma, la cogestione politico/sindacale denunciata durante la precedente direzione aziendale, con Foti è confermata e rafforzata».
Per l’Orsa a scatenare la miccia è stato l’attacco sul contratto di servizio e quel paventato fantasma della privatizzazione, che però hanno dimostrato tutti, dai consiglieri comunali agli assessori, nessuno voleva per l’Atm. «E’ evidente che questa azione non è andata giù all’Azienda e all’Amministrazione Comunale che evidentemente avevano progetti ben diversi dal mantenere lo status pubblico del TPL. Smascherati in zona Cesarini oggi sfogano il fallimento del loro progetto contro i lavoratori dell’Orsa. Se l’obiettivo di Foti è quello di allontanare i lavoratori dal sindacato e orientarli verso le sigle “amiche” con la tattica della paura, farebbe bene a cambiare sistema».
Secondo il sindacato, viste le contestazioni di queste settimane e visto anche lo sciopero programmato per il prossimo giovedì 21, quella di Foti sarebbe stata una punizione ad hoc per chi protesta. L’Orsa parla di provvedimenti disciplinari basati su fantasiose motivazioni, il direttore Foti ha invece spiegato che si tratta di provvedimenti spiccati nei confronti di lavoratori che ripetutamente saltano l’ultima corsa del proprio turno di lavoro, quasi sempre giustificandosi con “motivi familiari”, lasciando così il mezzo fermo e costringendo l’azienda o a cercare un sostituto in fretta e furia o a rassegnarsi a non effettuare quella corsa. Con tutti i disagi che ne conseguono per gli utenti.
L’affondo dell’Orsa va avanti anche su un altro aspetto: «Nelle ultime buste paga si è consumato l’ennesimo errore grossolano che come sempre ricade sui lavoratori: dopo aver imposto il singolare conguaglio sulle tredicesime, nell’ultimo stipendio l’azienda ha dimenticato di inserire le detrazioni dei carichi familiari e da lavoro dipendente, significa circa 300/400 euro in meno su mensilità medie di 1500 euro».
I lavoratori dell’Orsa vogliono andare avanti sulla strada della denuncia e il sindacato è pronto a supportare questa scelta: «Eviteremo che l’azienda muoia sotto la nebbia della propaganda. Spiegheremo le nostre motivazioni ai cittadini in occasione della conferenza stampa che si terrà durante lo sciopero del 21 gennaio, a costo di apparire impopolari restiamo fuori dal gregge per l’interesse dei lavoratori e dell’utenza».
F.St