Troppi poteri per Le Donne, aumentano i dubbi sul rischio illegittimità

In origine arrivò a Messina da Macerata per essere nominato segretario generale e immediatamente anche direttore generale. Quattro anni dopo Antonio Le Donne ha aggiunto ai suoi ruoli anche quello di Ragioniere generale e dirigente delle Partecipate. Quattro incarichi, quattro poteri. Controllore e controllato. Con il serio rischio che questo accentramento di poteri causi illegittimità degli atti. In queste settimane lo hanno dichiarato a più riprese diversi consiglieri comunali, poi si sono espressi anche i Revisori dei Conti (VEDI QUI). Le Donne però si difende e assicura assoluta trasparenza e legittimità, supportato anche dall’amministrazione, che però a sua volta si sente confortata dall'autorevolezza del segretario. Sull’argomento però il clima si sta surriscaldando. E adesso il rischio, oltre a quello della possibile illegittimità nelle azioni amministrative di Palazzo Zannca, è la paralisi che i dubbi e le perplessità possono scatenare. In ballo c’è sempre la MessinaServizi Bene Comune. I capigruppo consiliari hanno deciso di fissare la seduta dedicata alla nuova società rifiuti per il prossimo lunedì alle ore 11. Quindi ci sarà una settimana di tempo per dipanare i troppi quesiti che sono sorti attorno alla figura del super segretario/direttore/ragioniere/dirigente perché di fronte a una delibera così importante, che già di per se non gode di molto seguito in aula, le preoccupazioni si sono acuite e gli esponenti del civico consesso non vogliono trovarsi di fronte ad un atto che potrebbe essere nullo perché viziato da un’incompatibilità di mansioni accentrate nelle mani di un’unica figura.

La questione è stata al centro di una lunga e accesa discussione tra i capigruppo consiliari che ieri hanno deciso di dedicare una seduta proprio al caso Le Donne. C’erano gli assessori Sergio De Cola e Gaetano Cacciola, c’era ovviamente anche il segretario generale, ma le due ore di dibattito non sono bastate a cambiare lo status delle cose. I dubbi restano, nonostante i botta e risposta e il tentativo di ripristinare il dialogo dell’assessore De Cola.

Tra i consiglieri più “agguerriti” Nino Carreri, Peppuccio Santalco e Antonella Russo. Tutti hanno chiesto a gran voce di fare chiarezza una volta per tutte, anche per provare a ridare serenità ad un’aula che ormai ha perso totalmente la bussola. Il consigliere di Sicilia Futura Carreri ha sottolineato l’importanza di fare questo passaggio prima di arrivare al voto di lunedì sulla MessinaServizi, anche per dare garanzia a chi vorrà votare quell’atto di non trovarsi di fronte ad una possibile illegittimità.

Antonella Russo è invece arrivata in aula con le carte che affermano l’incompatibilità dei ruoli. La consigliera Pd ha tirato fuori la sentenza del Consiglio di Stato n.60/61 del 2012, il contratto collettivo nazionale integrativo dei segretari generali del 2003, l’art. 97 comma 4 del Testo Unico Enti Locali e la circolare n1 de 15 luglio 1997 del Ministero dell’Interno. «Si tratta di atti che aderiscono tutti alla tesi secondo cui il segretario comunale, avendo ruolo di coordinamento dei controlli interni e garante della legittimità formale degli atti, non può compiere atti di gestione tipici del dirigente. Se lo fa da direttore generale deve accadere in via assolutamente eccezionale solo dopo aver verificato l’assenza di qualunque altra figura idonea all’interno del Comune» ha spiegato la Russo che ha poi sferrato anche un atto politico all’amministrazione Accorinti sulla scelte operate sui dirigenti comunali: «Le Donne ha dichiarato di aver azzerato l’arretrato della Ragioneria in 15 giorni, di aver portato a conclusione il maxi emendamento del bilancio, insomma di aver fatto tutto quello che Cama non ha fatto in 4 anni. Ricordiamo però che Cama era stato promosso Ragioniere generale proprio da Accorinti. E allora perché il sindaco non ha preso provvedimenti prima?» ha chiesto la consigliera, trovando di fronte un’amara ammissione di colpa da parte degli assessori. «Non è un problema di persona, ma di ruoli e legittimità dei ruoli. E’ un problema che si riversa sugli atti ed è dell’intera amministrazione e quindi della città».

Santalco, che ormai da giorni ha provato a tenere accesi i riflettori sulla questione, ha ribadito il suo appello alle Istituzioni, Prefettura, assessorato regionale, affinché arrivi un parere che faccia uscire Palazzo Zanca da questa impasse. E a proposito di assessorato regionale, alla fine il consigliere Carreri ha chiesto alla presidente Barrile di scrivere a Palermo a nome di tutto il consiglio per ottenere quelle risposte che dentro l’aula consiliare non si riesce a trovare.

Una cosa è certa: al momento non sembrano esserci soluzioni alternative e questo accentramento di incarichi rende tutto complicato, in un quadro generale che già di per se non brilla per efficienza, sia da parte dell’amministrazione che da parte del consiglio.

Francesca Stornante