A pesare a Palazzo Zanca sono state le assenze. Hanno pesato di più perché in Aula c’era non un invitato qualunque ma il Presidente della Regione, per una seduta aperta. Le assenze pertanto sono state un messaggio chiaro. Chi le ha motivate sono stati Udc e M5S che per la seconda volta, (la prima è stata sulla vicenda Piemonte), pur essendo agli antipodi si sono ritrovati sulla stessa linea di frontiera. Non sappiamo se sono i centristi che si stanno “grillesizzando” o i 5Stelle che si stanno Udcizzando…. Ma al di là dell’ironia, pur trattandosi di due “no” diversi, hanno punti in comune.
Iniziamo dagli Udc che, dopo gli scontri tra Crocetta e D’Alia proprio sull’Authority, hanno disertato l’Aula. “Non riteniamo utile per la città partecipare ad una passerella fuori tempo massimo sull'Autorità dello Stretto- hanno scritto motivando l’assenza di questa mattina- La discussione sulle scelte strategiche è aperta da oltre due anni con la partecipazione della città e della provincia in tutte le sue componenti politiche economiche e sociali. Ci sembra strano, dopo essere arrivati a decisioni ufficiali e vincolanti, che si voglia riaprire la discussione che può solo indebolire la tutela degli interessi vitali di Messina. Se il presidente della Regione a Rosario Crocetta vuole recuperare le distrazioni e il tempo perduto invece di agitare lo spettro di improbabili (quanto inutili) ricorsi si adoperi per la costituzione di una autonoma authority di Messina con Reggio Calabria e Villa San Giovanni o, in via subordinata, per il riconoscimento del ruolo paritario della Sicilia nella organizzazione e nella gestione della nuova autorità portuale con Gioia Tauro”.
I centristi rincarano la dose facendo riferimento alla telenovela Piemonte e ad un decreto che si attende entro il 15 febbraio e al Masterplan: “la presenza del presidente Crocetta in città sarebbe più utile se dicesse ai messinesi che fine ha fatto il decreto per la nascita della cittadella della Salute all'ospedale Piemonte e per dare la disponibilità a sostenere a Palazzo Chigi l'ampliamento delle risorse del Masterplan per Messina, visto che siamo l'unica città metropolitana ad aver coinvolto i sindaci della provincia nella programmazione degli interventi a differenza di Catania e Palermo e per questo non possiamo essere penalizzati”.
Non hanno usato il fioretto neanche i portavoce del M5S Francesco D’Uva e Valentina Zafarana nell’inviare una nota con la quale spiegano i motivi della mancata partecipazione ad una seduta tardiva e inutile. “Dovevano pensarci prima poiché adesso è inutile. Che senso ha chiedere a Crocetta di intervenire ora, a cosa fatte, quando per un anno e mezzo si è rimasti in silenzio? Quando, insieme ai deputati del MoVimento 5 Stelle, lavoravamo perché Messina avesse il giusto riconoscimento di guida dell’Autorità Portuale, loro dov’erano? Forse a gioire per la grande occasione di esser accorpati ad altri?”.
Nella lettera inviata al sindaco ed al consiglio i due deputati sottolineano l’importanza delle sedute aperte, alle quali hanno preso parte in passato, ma ricordano anche quel che, in “ in totale solitudine, abbiamo fatto per evitare che l'Autorità Portuale venisse strappata a Messina scrivendo al Ministro delle Infrastrutture Delrio e presentando atti parlamentari sia a Roma che a Palermo. Oggi, ad accordi presi e cose fatte, tutti si dicono contrari. Eppure basta fare una veloce ricerca su internet per trovare articoli dell'agosto del 2014 e leggere dichiarazioni di giubilo per l'accordo sulla nascita dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro e dello Stretto. Il sindaco Accorinti, l'onorevole Garofalo, il Presidente dell’ARS Ardizzone e la Presidente del Consiglio Comunale Barrile, tutti contenti di stare con Gioia Tauro già un anno e mezzo fa. Se volevate davvero fare gli interessi di Messina e dei messinesi dovevate attivarvi molto prima e chiedere al Governo il rispetto che la nostra città merita, così come abbiamo fatto noi. Ci sembra, pertanto, un intervento colpevolmente tardivo. Decidiamo deliberatamente di non partecipare al teatrino mediatico creato ad hoc in questi giorni utile, ad alcuni, solo a non perdere consenso elettorale.”
In casa Pd ad intervenire è l’Area Riformista, con una nota firmata da Giuseppe Grioli, Domenico Siracusano, Maria Flavia Timbro, Santi Interdonato, Gianpiero Terranova e nelle quale si evidenzia come nel partito non si sia mai affrontato l’argomento in nessun dibattito. E per la verità non solo su questo tema…
“Un tema di questa rilevanza avrebbe meritato un confronto in sede locale, e anche interregionale, del PD che guida il Paese e la Regione Sicilia. Dall’insediamento del commissario provinciale del PD messinese, settembre 2015, Ernesto Carbone, però, nessun confronto è avvenuto sulle questioni connesse alle Autorità Portuali e, ad onor del vero, anche su nessuna delle altre questioni centrali per il futuro dei cittadini di Messina e dell’intera area metropolitana. Avremmo preferito che fosse stato il PD di Messina, dopo un confronto, ad avere una posizione unitaria da spendere sui tavoli palermitani e romani. Rispetto alla rimodulazione delle Autorità Portuali è mancato il confronto e si è arrivati ad una discussione tardiva rispetto ad una legge delega approvata ai primi di agosto 2015 (proprio per un emendamento dell’on. Carbone che inseriva la riforma della portualità all’interno della delega al overno sulla P.A.) ma su cui il Ministro dei Trasporti, Graziano Del Rio, lavorava già da tempo e prima di lui il precedente Ministro, Maurizio Lupi, che già nei primi mesi del 2014 presentava alla stampa la “sua” riforma della portualità”.
Ma l’Area riformista va anche oltre, stigmatizzando l’inerzia dei deputati Pd che non hanno stimolato il dibattito quando serviva, avviandolo solo adesso, a cose fatte : “il dibattito che si anima tardivamente verte su cosa? Sull’opportunità di optare per altre forme di accorpamento? Su cosa si fonda lo scontro tra coloro che vorrebbero essere accorpati all’AP di Catania contro coloro che vedono nell’Area dello Stretto la giusta collocazione dell’Ente portuale? La posizione contraria all’accorpamento con Gioia Tauro ci appare battaglia di retroguardia che manifesta la grande debolezza della nostra rappresentanza politico-istituzionale e un certo campanilismo emotivo. Sappiamo che l’organo che determina gli investimenti delle risorse delle Autorità Portuali è il Comitato di Gestione di cui faranno parte i delegati delle regioni (nel caso dell’AP dello stretto saranno due), i sindaci delle città metropolitane e i sindaci delle città ex autorità portuali. È necessario vincolare le risorse al territorio di provenienza in una giusta pianificazione. Noi siamo favorevoli all’Autorità Portuale dello Stretto. La Città Metropolitana si proietta nell’Area dello Stretto come spazio per immaginare integrazione di politiche, servizi, strumenti di progettazione in una visione innovativa e connessa alle linee di sviluppo indicate dall’Europa.. C’è una naturale interdipendenza tra le due sponde dello stretto. Non si può parlare di sistema di sviluppo messinese se non in relazione con l’altra sponda dello stretto cosi come non si può parlare di sistemi portuali dell’area di Messina se non in relazione all’area dello stretto. Vogliamo abbandonare le battaglie di retroguardia che rappresentano il tratto di una “messinesità” che ripiega su se stessa”. Il documento si conclude con la proposta di avviare un dibattito sulla Regione dello Stretto, un confronto che vada ben oltre la singola vicenda in corso.
Rosaria Brancato