E' ormai luogo comune, ma anche verità conclamata, che le cose da noi arrivino con un qual certo ritardo.
Che si tratti di una moda o che si tratti di un modo di dire, è come se la Sicilia avesse un fuso orario differente rispetto al resto d'Italia, come se vivesse perennemente in differita.
Sarà capitato a tutti di confrontarsi con un milanese (e dintorni) ed affermare con fierezza "Ieri mi sono comprato le Superga, qui vanno alla grande", per poi sentirsi replicare "da noi le Superga si sono estinte cinque anni fa".
Oggi, finalmente, studi dimostrano che alla base del nostro eterno "ritardo" esiste una motivazione scientifica, anzi geologica.
I risultati della ricerca multidisciplinare coordinata dall'Enea (con le Università di Roma, Napoli, Palermo, Trieste e Messina) non lasciano scampo ad alcun dubbio: a differenza di quanto riscontrato nel resto del continente europeo, dove la diffusione dell'Homo Sapiens si colloca in un arco di tempo racchiuso tra 35mila e 40mila anni fa, le datazioni al radiocarbonio effettuate sulle ossa di Homo Sapiens rinvenute in Sicilia non superano i 17mila anni.
In sintesi, tra noi e il resto d'Europa c'è stata una differita di circa 15mila anni.
Ma la scoperta sensazionale non sta solo in questo.
La ricerca, svolta tra il Max Planck Institute di Lipsia, l'Australian Nation University di Canberra e l'Iamc-Cnr, dimostra che questo passaggio penisola-isola è avvenuto attraverso un vero e proprio ponte.
"Nel corso dell'ultima glaciazione – è la conclusione degli studiosi – il mare si è abbassato fino a creare un ponte". Una svolta epica, insomma.
Si tratterebbe, in realtà, della Sella dello Stretto, quella sorte di monte che attualmente si trova sommerso ad una profondità di circa 81 metri, ma che allora avrebbe costituito il passaggio naturale di grandi mammiferi quali l'estinto Equus hydruntinus (cui resti sono stati rinvenuti nella grotta di San Teodoro, nei pressi di Messina) ed altri.
Gli studiosi hanno spiegato che, a causa delle forti correnti, queste specie (tra cui anche l'uomo) non avrebbere avuto alcuna possibilità di attraversare lo Stretto a nuoto.
Per cui, che lo si voglia o che non lo si voglia, un Ponte di Messina è esistito.
E forse adesso bisognerà far modificare tutte le magliette in "PONTE NO MORE". Che ironicamente tradotto alla messinese potrebbe suonare così: "Un ponte ni bastau".
Twitter @VCrocitti