Ho conosciuto un pezzo di quella che si chiama “buona formazione” e che non emerge mai tra le righe delle inchieste e degli scandali. Ho conosciuto il volto di chi segue i corsisti dal primo all’ultimo giorno, fa il lavoro con coscienza, per un anno fa la spola con Palermo per far rispettare diritti calpestati e che quando legge su Tempostretto il grido di rabbia dei corsisti Aram (vedi articolo allegato) che finora non hanno percepito un euro di rimborso e che solo per caparbia sono riusciti a sostenere gli esami alza il telefono e chiama. Ci spiega cosa è accaduto, non solo ad Annalisa, Rosaria e agli allievi del corso Osa C/3 ma anche agli altri e infine dà anche un piccolo consiglio per quanti vogliano continuare a battersi per quel diritto acquisito.
Si chiama Rosalba Sciutteri e con i colleghi dell’Aram già a giugno del 2013 ha inviato la nota a Palermo con la quale si chiede al Dipartimento formazione di istituire la commissione per gli esami che dovranno sostenere i corsisti. Anzi, per la verità c’è chi lo ha fatto anche alcune settimane prima, come prevede la prassi, perché quando i corsi sono arrivati all’80% delle ore, è possibile procedere.
“Intanto spiego come funziona- chiarisce Rosalba Sciutteri- I finanziamenti vengono erogati in diverse fasi. Il bando Avviso 20 ne prevede tre, una prima erogazione del 50%, poi un secondo 30% ed infine il 20% a saldo, dopo la rendicontazione finale. Spesso il primo 50% viene suddiviso in due tranches da 25% e soltanto dopo che l’Ente riceve il secondo 25% si iniziano a pagare gli acconti per la diaria dei corsisti basandosi sull’effettiva presenza dell’allievo alle lezioni. In ogni caso quando le ore raggiungono l’80% noi comunichiamo alla Regione quanto previsto e chiediamo sia l’erogazione spettante che la nomina della commissione d’esami”.
Anche per il corso Osa C/3 2012-2013 frequentato da Annalisa e per gli altri 10 corsi Aram effettuati per quella stagione si è seguita la stessa procedura nel maggio-giugno dell’anno scorso. Le lettere inviate dall’Aram per i fine corsi vengono ignorate a Palermo per tutto giugno e per metà luglio. L’Ente era da tempo al centro sia delle polemiche legate ai corsi d’oro che alle indagini che di lì a poco avrebbero portato, il 17 luglio, agli arresti di Elio Sauta e dei vertici di Aram e Ancol aprendo un varco che avrebbe travolto il pianeta formazione. Nel frattempo era in corso già da fine 2012 lo scontro con Crocetta e con l’assessore regionale Nelli Scilabra che aveva avviato le procedure di revoca degli accreditamenti per gli Enti siciliani coinvolti nell’inchiesta dei cosiddetti extra-budget. Non avendo ricevuto alcuna risposta a nessuna delle istanze presentate Rosalba Sciutteri nella seconda metà di luglio, dopo gli arresti, si reca a Palermo, al dipartimento per chiedere notizie sulle commissione esami e sui finanziamenti.
“E’ in quel momento che scopro che all’Aram era stato revocato l’accreditamento- racconta- con data 19 luglio, due giorni dopo gli arresti. Il provvedimento di revoca viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Sicilia a settembre, dopo i 60 giorni previsti. Ma è chiaro che non essendoci più alcun rappresentante legale in grado di presentare ricorso l’Aram non si è opposta. E vorrei sottolineare come il provvedimento sia stato preso due giorni dopo gli arresti, mentre per settimane noi abbiamo atteso risposte su ogni fronte. Guardi lo hanno detto anche i corsisti che avete intervistato. All’Aram i corsi c’erano realmente ed erano regolari e frequentati. Sotto questo aspetto nessuno può dire il contrario. Abbiamo ricevuto decine di ispezioni a sorpresa e sempre con esiti più che positivi. Quel corso Osa (operatore socio assistenziale) che hanno seguito i ragazzi era la premessa dei corsi Oss (operatore socio sanitario) che solo pochissimi Enti sono autorizzati a fare, tra i quali appunto il nostro perché bisogna essere specializzati. Ed è obbligatorio aver prima sostenuto un corso Osa. Noi avevamo 24 mila ore e ripeto, non è sotto questi aspetti che ci si può contestare nulla. Abbiamo formato idraulici, elettricisti, mediatori culturali e familiari, badanti. Poi, naturalmente, dopo le inchieste noi dell’Aram siamo diventati appestati,e ci consideravano tali anche i colleghi degli altri enti siciliani, i dirigenti, gli impiegati regionali”.
Inutile chiedere notizie degli stipendi e men che mai del destino degli allievi. Perché i ragazzi del corso Osa che hanno sostenuto un anno dopo l’esame grazie all’Ecap sono stati fortunati, o meglio, non si sono arresi e hanno fatto bene perché adesso hanno un titolo.
“Ho continuato a contattare i dirigenti regionali fino a marzo, ma nessuno rispondeva. Ho spiegato come le presenze degli allievi sono facilmente riscontrabili grazie al sistema Faos che a Palermo registra i dati provenienti ogni giorno dagli Enti. Ma noi eravamo appestati e nessuno ci rispondeva. Tra l’altro Crocetta ha fatto ruotare tutti i dirigenti quindi chiunque arrivasse in dipartimento doveva ricominciare da capo”.
Diverso il discorso indennità ai corsisti. La diaria deve essere corrisposta dalla Regione che eroga le somme all’Ente dopo la rendicontazione sulle presenze effettive. L’Aram però è tra gli Enti finiti nell’inchiesta della Corte dei conti sugli extra budget, ovvero quelle integrazioni ai finanziamenti che gli Enti chiedevano a fine corso e che l’assessorato negli anni scorsi ha sempre concesso. La Corte dei conti ha però ipotizzato il danno erariale e l’assessore Scilabra ha disposto il blocco dei finanziamenti successivi, attraverso il prelievo forzoso. E’ andata così che per recuperare le somme la Scilabra ha bloccato le erogazioni destinate ai corsi 2012-2013. Peccato che bloccando quelle somme ha di fatto negato sia gli stipendi ai lavoratori che le diarie ai corsisti. Per rimediare la stessa Scilabra ha poi firmato una direttiva, rimasta però lettera morta, che prevedeva il pagamento delle somme dovute anche agli Enti ai quali era stato revocato il finanziamento, con l’esclusivo vincolo di destinazione a pagamento delle spese per il personale. Quindi le indennità e gli stipendi sono diventati “ostaggio” nelle mani della Regione per recuperare somme date in passato con l’autorizzazione della stessa Regione….
“L’ Aram non ha quindi potuto pagare l’acconto per le indennità perché la Regione non ha erogato per nessuno dei 10 progetti dell'attività formativa 2012-2013 il secondo 25% della prima tranche. Questa grossa parte del finanziamento non è stata erogata perchè la Regione ha effettuato una "compensazione" a causa degli extra budget di anni precedenti. Ci sono dei contenziosi in corso, sappiamo che la giustizia ha i suoi tempi. Per questo motivo anche gli stipendi del personale, docente e non docente, non è stato pagato…ma questa è un'altra storia”.
La battaglia per gli stipendi degli appestati continua ma ai corsisti che non sono riusciti a sostenere gli esami e che non hanno visto un euro Rosalba Sciutteri dà un solo consiglio, se non vogliono arrendersi: “Le presenze si evincono dal Faos che è un sistema elettronico. Io dico, andate alla Finanza e denunciate tutto e loro avranno modo di portare avanti le vostre istanze. Poi andate alla Regione e battete i pugni per i vostri diritti. Se lo fate dopo essere stati alla Finanza qualcosa inizierà a muoversi”.
Ma la storia di Annalisa non è l’unica. Ecco la storia di altri corsisti, in questo caso EFAL, raccontata da Francesca, Laura e Grazia Maria:
“Abbiamo letto la testimonianza dei corsisti Aram che, dopo aver seguito i corsi di formazione erogati dall'ente, si son ritrovati senza nulla in mano! Beh una situazione analoga è capitata a noi. Dal 22 giugno al 21 dicembre 2010 abbiamo frequentato il corso “Organizzatore e gestione di Eventi” della durata complessiva di 450 ore presso l'Ente Efal di Messina. In base a quanto previsto dal bando, il corso dava diritto ad un indennizzo giornaliero di circa €4,00. Nel luglio dell’anno successivo abbiamo svolto gli esami e, a distanza di quattro anni, ancora non abbiamo notizie del rimborso dell’indennità di frequenza. Più volte nel corso degli anni abbiamo chiesto informazioni su quando ci sarebbero stati versati gli indennizzi, ma ci hanno sempre risposto che il motivo del ritardo era da attribuire alla Regione, colpevole di non avere ancora versato i fondi necessari per liquidarci. Ci hanno anche detto che se la Regione era in ritardo con il pagamento degli stipendi a loro lavoratori, figurarsi se e quando avrebbe pagato noi studenti. Successivamente abbiamo appreso che l’operato dell’Efal è al vaglio della Procura della Repubblica di Messina oltre che sotto la lente di controllo dell’Ispettorato del lavoro”.
Come si vede siamo di fronte ad un altro Ente ma in questo caso per il mancato pagamento della diaria non può valere quanto detto per l’Aram, dal momento che sono trascorsi ben 4 anni. Probabilmente anche in questo caso vale il consiglio sul rivolgersi alle forze dell’ordine ed alla Regione. Continuiamo quindi a dire: raccontateci le vostre storie nel pianeta della formazione e facciamo ancora un appello a quanti possano aiutarci a dare risposte concrete anche a questi ragazzi.
Rosaria Brancato